Ma qualcosa, come detto, già si muove. Per esempio, nel Lazio, dove la Regione, accogliendo le sollecitazioni dei sindacati, ha firmato con le parti sociali un accordo per 1000 nuovi posti letto, 1000 nuove assunzioni, una maggiore attenzione agli ospiti delle Rsa e un nuovo modello di partecipazione e controllo. Una piccola rivoluzione ottenuta grazie al dialogo e alla concertazione.
I sindacati stanno monitorando da settimane l’andamento delle vaccinazioni degli ospiti e del personale delle Rsa poiché è stato, nella prima fase della pandemia, causa dei contagi agli ospiti delle Residenze sanitarie assistite.
Ora, in molti chiedono che per ogni anziano, sia vaccinato anche un parente, per poter riprendere gli incontri di persona. Il vaccino contro il Covid 19 è fondamentale per gli anziani e le persone fragili accolti in Rsa e altre strutture residenziali per disabili. La scelta può far dunque la differenza tra la vita e la morte. Ma non è sufficiente a rimediare all’isolamento che la pandemia ha imposto ai nostri anziani. Perché se da un lato limitare le visite e i contatti con l’esterno ha limitato la diffusione del virus, è però anche vero che ha ridotto moltissimo le opportunità di relazione. A soffrire altrettanto fortemente questa limitazione agli incontri sono stati anche figlie e figli, fratelli e sorelle, nipotini degli anziani e delle anziane delle Rsa. Vaccinando un famigliare di ogni ospite si possono riprendere le visitare, pur nel rispetto di tutte le misure di protezione.