Usare parte dei beni confiscati alle mafie come soluzione abitativa in caso di occupazioni abusive. E’ una delle strade a cui il ministero dell’Interno vuole dare impulso per evitare situazioni come quelle verificatesi nel palazzo di via Curtatone a Roma. Il problema tocca soprattutto le grandi città e non riguarda solo migranti, ma anche cittadini italiani, centri sociali, aree occupate da nomadi. Ieri prima riunione al Viminale sulle linee guida che il ministro Minniti, vuole mettere nero su bianco ed emanare a giorni a prefetti e questori. Sul caso Roma è poi in cantiere in settimana un vertice Raggi-Minniti. La direttiva ministeriale sarà una ”costola” del pacchetto sulla sicurezza urbana varato ad aprile, che già prevede misure sugli sgomberi per prefetture e sindaci: la circolare vuole responsabilizzare i soggetti coinvolti, in modo che le esigenze di ordine pubblico, quelle delle famiglie più esposte e anche quelle della proprietà degli immobili non entrino in conflitto. Un ruolo in questo processo lo giocherà anche chi si occupa di sociale, negli assessorati come nelle associazioni qualificate. L’obiettivo è evitare sgomberi ”manu militari” in assenza di alloggi per sistemare le persone. I dati dell'Agenzia dei beni confiscati, fermi al 2015, parlano di 17mila beni, di cui 9mila assegnati. Lo stesso Minniti a giugno, parlando in Antimafia, disse che serve un’Agenzia nuova e più efficace per non disperdere questo patrimonio: un passaggio affidato alla riforma del Codice antimafia, che pende alla Camera. Rafforzare l'utilizzo di questo canale può senz'altro allargare il numero di edifici disponibili. ”La strada è positiva - afferma il presidente dell’Anci Antonio Decaro - ma va accompagnata da un fondo perché non potendo incidere sulla leva fiscale né avere maggiori trasferimenti dallo Stato, la spesa dei Comuni è cristallizzata”. Quindi "servono soldi per effettuare i lavori di ristrutturazione e rendere abitabili gli immobili che altrimenti non si possono assegnare”. Anche l'iter deve essere rapido. Come quello dell'Agenzia del demanio per l'utilizzo degli immobili pubblici per l'emergenza abitativa, snellito due anni fa.
"E' un problema di civiltà. Fa bene il Governo Gentiloni a responsabilizzare i prefetti ed i sindaci fino alla possibilità di requisire gli edifici pubblici vuoti o i beni confiscati alla mafia per affrontare il problema degli sfollati e di quanti vivono nelle nostre città in condizioni disumane". Interviene la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. " Come ha detto ieri con grande saggezza ed equilibrio il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, esistono tante soluzioni per affrontare questa emergenza, mettendo tutti in pratica le regole di convivenza. Il compito delle istituzioni nazionali e locali è quello di collaborare, per trovare delle abitazioni alternative per le tante famiglie italiane e per i migranti sfollati e senza casa, coinvolgendo il mondo del sociale e dell'associazionismo. Così come è altrettanto fondamentale affrontare il problema strutturale dello sviluppo dei popoli di provenienza dei migranti, con accordi di cooperazione con i paesi africani, coinvolgendo l'Europa e non solo essa in un progetto di integrazione possibile e comune. Questo è il modo per arginare le spinte populistiche, le paure, le chiusure spesso xenofobe che a loro volta provocano sentimenti di odio ed infiltrazioni di violenti".
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