A complicare i primi giorni di lezione le novità in chiave anti-contagio: dall'obbligo di misurare la febbre a casa perché con 37,5 gradi non si entra, alle mascherine chirurgiche a carico delle scuole, dal protocollo da applicare per i casi sospetti di Covid-19 (e relativa quarantena) al mix di didattica in presenza e a distanza utilizzabile alle superiori.
E poi, i vuoti d'organico. Alle difficoltà classiche di ogni inizio d'anno si sommano quelle collegati alla situazione attuale di emergenza.
Nell’assenza di cifre ministeriali a fare i conti delle scoperture ci pensa la Cisl Scuola. Partendo dagli 862.623 posti in organico l'anno scorso e aggiungendo i circa 60mila docenti che arriveranno con gli 1,7 miliardi stanziati dal Governo (sui 7 miliardi complessivi mobilitati per la scuola da gennaio), si arriva a 922.623 posti totali . Di questi 207.220 (il 22,45%) sarebbero coperti da personale precario (di cui almeno 96.180 sul sostegno). Le stime sindacali si fermano qui ma se sottraiamo le 57mila supplenze che il Ministero contava di assegnare tra ieri e l'altro ieri, ecco che arriviamo comunque a 150mila supplenti, moltissimi dei quali ancora da nominare (inclusi quelli per fare fronte all'emergenza sanitaria).
Sottolinea Maddalena Gissi, segretaria della Cisl Scuola: ”Avere tutto il personale in servizio fin dal primo giorno di scuola era una delle condizioni necessarie, la realtà purtroppo è ben diversa e i numeri ne danno una dimostrazione eloquente”.
Un meccanismo simile, anche se con numeri più piccoli, riguarda anche il personale tecnico-amministrativo. La Cisl Scuola quantifica in 25mila gli Ata che hanno già avuto o avranno a breve un contratto a termine: restano comunque da nominare i circa 20mila collaboratori scolastici e bidelli deputati a gestire l'emergenza Covid-19. Con compiti cruciali, visto che vanno dall'igienizzazione dei locali alla sorveglianza degli ingressi.