La premier Meloni, nella sua informativa di mercoledì in Parlamento, ha attaccato le intese fatte nei ”caminetti” con la modalità ”conventio ad excludendum” per una maggioranza ”fragile” a sostegno di von der Leyen. ”Non faccio inciuci con la sinistra né qui né in Europa. Il terzo gruppo al Parlamento europeo è Ecr non sono i Liberali, la democrazia è un’altra cosa”, ha afferma Meloni rivendicando un ruolo maggiore nelle decisioni. La presidente del Consiglio ha chiesto dunque alle Camere il mandato per andare a trattare un ruolo importante, magari di vice presidente, per l'Italia. ”Faremo meglio del Pd - assicura - che ottenne la nomina dell'ex premier Gentiloni a commissario all'Economia nell'esecutivo europeo uscente”.
Nelle comunicazioni e nella successiva replica al dibattito, la premier nomina Ursula von der Leyen solo per sottolineare come il contrasto all'immigrazione illegale sia definito una priorità anche nella lettera con cui la presidente tedesca della Commissione si candida a un terzo mandato. Il bilancio sulla commissione uscente è negativo per quanto riguarda le norme definite ”ideologiche” del Green deal e le misure penalizzanti per agricoltori e imprese. Ma la porta sembra rimanere aperta su quanto fatto in tema di politiche migratorie, investimenti nel settore difesa e rapporti con l'Africa, sul modello italiano. Meloni, quindi, alza la posta e parte per Bruxelles con l'obiettivo di ottenere il massimo per l'Italia, anche grazie al rapporto personale costruito con von der Leyen.
Insomma, da Palazzo Chigi si punterebbe a chiudere la trattativa e a dare un eventuale via libera alla nascita della nuova commissione solo in cambio di una vicepresidenza con delega di peso all'Italia (magari il Pnrr). Il voto di Meloni potrebbe trasformarsi in un via libera alla Commissione da parte del gruppo di Fratelli d'Italia in Europarlamento. Su questo la premier è stata chiara, fin dall'inizio dell'anno: non significherebbe aderire alla maggioranza che sostiene il nuovo esecutivo europeo. ”Mettersi d'accordo sui top job non vuol dire avere una maggioranza solida”
Nelle comunicazioni alle Camere, Meloni sottolinea poi come la disaffezione dei cittadini europei nei confronti delle istituzioni comunitarie si sia ”materializzata con l'astensione” di un voto che ha segnato comunque ”la bocciatura dei governi di Francia, Spagna e Germania”. La premier chiede che nella nuova commissione ci sia una ”delega specifica alla sburocratizzazione” e affronta il tema del rapporto con l'Africa, assicurando che il governo sta ”implementando progressivamente” il piano Mattei. La presidente ha parlato anche della morte disumana di Satnam Sigh, definendo ”schifoso” l'atteggiamento del datore di lavoro del bracciante morto e scatenando la standing ovation dell'Aula. ”Dobbiamo dircelo: questa è l'Italia peggiore. La vergogna del caporalato è lungi dall'essere sconfitta”.
Critiche le opposizioni. ”Mi aspetto che nella discussione al Consiglio europeo, Meloni porti la priorità per il suo Paese, e non per la sua famiglia politica”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, intervenendo in Aula -, anche perché queste cose non coincidono”.
Giampiero Guadagni