Le elezioni politiche si terranno il prossimo 4 marzo. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri, riunito a Palazzo Chigi. La prima riunione della nuove Camere si terrà il 23 marzo. "Il Consiglio dei ministri - si legge nel comunicato finale sulla riunione del Consiglio dei ministri diffuso dalla presidenza del Consiglio- si è riunito ieri in serata a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del presidente Paolo Gentiloni. Segretario la sottosegretaria alla Presidenza Maria Elena Boschi. Queste le decisioni assunte dalla riunione del Governo:
1. Convocazione dei comizi per l'elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica (decreto del presidente della Repubblica).
2. Assegnazione alle regioni del territorio nazionale e ai collegi plurinominali di ciascuna regione nonché alle ripartizioni della circoscrizione Estero del numero dei seggi spettanti per l'elezione del Senato della Repubblica (decreto del Presidente della Repubblica).
3. Assegnazione alle circoscrizioni elettorali del territorio nazionale e ai collegi plurinominali di ciascuna circoscrizione nonché alle ripartizioni della circoscrizione Estero del numero dei seggi spettanti per l'elezione della Camera dei Deputati (decreto del Presidente della Repubblica).
Il Consiglio dei ministri, prendendo atto della decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di sciogliere le Camere, ha approvato, su proposta del presidente Paolo Gentiloni e del ministro dell'interno Marco Minniti, tre decreti del presidente della Repubblica per le elezioni politiche del 2018. Il Consiglio dei ministri ha deliberato di proporre al capo dello Stato la data di domenica 4 marzo 2018 per la convocazione dei comizi elettorali per la Camera e il Senato, nonché quella di venerdì 23 marzo 2018 per la prima riunione delle nuove Camere, come da intesa con i presidenti dei due rami del Parlamento.Gli ulteriori due decreti presidenziali - si legge ancora nel comunicato di palazzo Chigi - determinano, in conformità con quanto previsto dal decreto legislativo 12 dicembre 2017, n. 189, recante la "Determinazione dei collegi elettorali della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, in attuazione dell'articolo 3 della legge 3 novembre 2017, n. 165"", l'assegnazione del numero dei seggi per l'elezione della Camera dei deputati (circoscrizioni elettorali e collegi plurinominali di ciascuna circoscrizione; circoscrizione Estero) e del Senato della Repubblica (regioni e collegi plurinominali di ciascuna regione; circoscrizione Estero).
Intanto diverse le leggi finite in un binario morto e definitivamente archiviate con lo scadere della legislatura. La maggior parte di questi provvedimenti si sono arenati al Senato, dopo aver incassato un primo via libera da parte della Camera. Tra i casi più noti: l’abolizione dei vitalizi e soprattutto la la legge sullo Ius soli temperato e sullo Ius culturae. Quest’ultima era stata approvata dalla Camera, dopo un lungo iter parlamentare, nell'ottobre del 2015. Da allora è' rimasta impantanata al Senato, sotto il fuoco di fila del centrodestra, compresi i centristi di Alfano, con i 5 Stelle che alla Camera si sono astenuti in quanto ritengono sia un tema da affrontare a livello europeo. Il Pd ha tentato prima della pausa estiva di forzare la mano, chiedendo al governo di porre la fiducia, ma Ap ha minacciato di sfilarsi e i numeri a palazzo Madama hanno indotto il premier Gentiloni a rinviare ogni decisione all'autunno. La situazione del pallottoliere a palazzo Madama, pero', non è' cambiata e il provvedimento è' rimasto in stand by per mesi fino ad essere accantonato definitivamente. Un ultimo tentativo, ma piu' sulla carta che reale, è stato messo in atto l’ultima settimana di vita della legislatura, ma al Senato è mancato il numero legale e l'Aula non ha potuto procedere con l’esame del testo.
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