Il Sud si rilancia con gli investimenti, innanzitutto sulle infrastrutture, sbloccando i tanti miliardi bloccati da anni per far partire tante infrastrutture di cui c’è assolutamente bisogno per collegare il Sud al Nord del Paese. E’ quanto ribadisce a segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
Per la numero uno di Via Po ”il lavoro per noi rimane la priorità ovviamente partendo dalle regioni del Sud dove il tema dell'occupazione è più che mai drammatico. Investimenti in infrastrutture, ricerca, innovazione sono le vere leve su cui far partire il nostro paese ed anche il Sud. Si sono persi tanti anni, tempo prezioso per rendere competitivo attraverso le infrastrutture il nostro sistema paese, per dare risposte alle imprese, ai territori soprattutto ai cittadini ed alle cittadine e per creare tanti posti di lavoro”. Gli stanziamenti già fruibili bloccati per anni ”creerebbero circa 500 mila posti di lavoro: quindi la prima questione per far ripartire la crescita nel paese e quindi lo sviluppo è quella di sbloccare le risorse, più di cento miliardi di euro, in modo da far ripartire i cantieri delle infrastrutture qui in Sicilia come in tutte le altre regioni”.
E a proposito, a Messina per il Consiglio generale della Cisl che ha eletto Nino Alibrandi nuovo segretario provinciale, Furlan ha sottolineato: ”Non sono assolutamente contraria alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Ma credo che questa opera debba servire a collegare tutta l’Italia con la Sicilia dove abbiamo ancora la linea ferroviaria borbonica, dove mancano le autostrade e sulle infrastrutture c’è moltissimo da fare. Dobbiamo quindi scegliere quali sono le priorità”.
Quanto al confronto con il governo sulle pensioni, Furlan insiste: ”Dobbiamo creare una pensione di garanzia per i nostri giovani perché é inaccettabile arrendersi che dovranno essere futuri anziani poveri. Riformare la Fornero - prosegue - non significa solo, come sta avvenendo, la discussione su Quota 100: è una cosa ben più complessa e deve essere un atto riformatore ben più largo”. Insomma, ”occorre rivalutare le pensioni che sono bloccate da tanti anni, riconoscere il valore sociale della maternità che per noi significa un anno di contributi riconosciuti per ogni figlio ad ogni donna lavoratrice, separare l'assistenza dalla previdenza”.
Occorre poi un tavolo di confronto serio sul fisco. Oggi, osserva Furlan, ”quasi l’87% del fisco italiano è tutto sul groppone degli anziani e dei lavoratori dipendenti, così non si può andare avanti”. L’obiettivo della riforma, conclude Furlan, ”è avere un fisco più amico, quindi meno pesante sulle pensioni, sulle buste paga, tassando un po’ di più la ricchezza e le rendite finanziarie speculative non i titoli di Stato ma la speculazione finanziaria”.