Francesco mette nero su bianco che ”quando l'unica legge diventa il calcolo del guadagno a fine giornata, allora non si hanno più freni ad adottare la logica dello sfruttamento delle persone: gli altri sono solo dei mezzi. Non esistono più giusto salario, giusto orario lavorativo, e si creano nuove forme di schiavitù, subite da persone che non hanno alternativa e devono accettare questa velenosa ingiustizia pur di racimolare il minimo per il sostentamento”. Per Bergoglio ”è urgente trovare nuove strade che possano andare oltre l'impostazione di quelle politiche sociali 'concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tanto meno inserita in un progetto che unisca i popoli”.
Aggiunge il Pontefice: ”L'esperienza di debolezza e del limite che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, e ora la tragedia di una guerra con ripercussioni globali, devono insegnare qualcosa di decisivo: non siamo al mondo per sopravvivere, ma perché a tutti sia consentita una vita degna e felice”.
E ancora: ”La povertà che uccide è la miseria, figlia dell'ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto che non concede prospettive né vie d'uscita. È la miseria che, mentre costringe nella condizione di indigenza estrema, intacca anche la dimensione spirituale, che, anche se spesso è trascurata, non per questo non esiste o non conta”.
Eppure, fa notare Papa Francesco nel suo scritto, c'è anche una ”povertà che libera”, quella ”che si pone dinanzi a noi come una scelta responsabile per alleggerirsi della zavorra e puntare sull'essenziale”.
In un altro passaggio Papa Francesco osserva: ”Quanti poveri genera l'insensatezza della guerra! Dovunque si volga lo sguardo, si constata come la violenza colpisca le persone indifese e più deboli”. Il Papa, parlando del conflitto in Ucraina ma anche delle altre guerre in atto nel mondo, sottolinea ”la deportazione di migliaia di persone, soprattutto bambini e bambine, per sradicarle e imporre loro un'altra identità. Sono milioni le donne, i bambini, gli anziani costretti a sfidare il pericolo delle bombe - ricorda Papa Francesco - pur di mettersi in salvo cercando rifugio come profughi nei Paesi confinanti. Quanti poi rimangono nelle zone di conflitto, ogni giorno convivono con la paura e la mancanza di cibo, acqua, cure mediche e soprattutto degli affetti. In questi frangenti la ragione si oscura e chi ne subisce le conseguenze sono tante persone comuni, che vengono ad aggiungersi al già elevato numero di indigenti".
Il Papa torna a parlare della guerra in Ucraina e indica la presenza di una ”superpotenza che vuole imporre la sua volontà”. La guerra in Ucraina ”è venuta ad aggiungersi alle guerre regionali che in questi anni stanno mietendo morte e distruzione. Ma qui il quadro si presenta più complesso per il diretto intervento di una superpotenza, che intende imporre la sua volontà contro il principio dell'autodeterminazione dei popoli. Si ripetono scene di tragica memoria e ancora una volta i ricatti reciproci di alcuni potenti coprono la voce dell'umanità che invoca la pace".
Giampiero Guadagni