Lunedì 16 settembre 2024, ore 20:53

Meeting di Rimini 

Investire sulla crescita, strada maestra per ridurre il debito 

“L'Italia è l'unico Paese dell'area dell'euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l'istruzione. E per rendere sostenibili pensioni e sanità serve anche l'immigrazione regolare”. Intervenendo al Meeting di Rimini il governatore della Banca d'Italia Panetta entra nel dibattito sulla manovra, vincolata dal debito a un soffio dai 3 mila miliardi.
La strada maestra “passa per una gestione prudente dei conti pubblici, con il graduale conseguimento di avanzi primari adeguati. Ma anche da un deciso incremento della produttività e della crescita, usando bene i 194 miliardi di aiuti europei del Next Generation Eu che nei calcoli di Bankitalia aggiunge nove punti di Pil”. Panetta sottolinea il confronto fra la spesa per ripagare quel debito e la spesa in scuola e università - due 'driver' fondamentali della crescita futura - "perché è emblematico di come l'alto debito stia gravando sul futuro delle giovani generazioni, limitando le loro opportunità". Ancora, con le pensioni che pongono un rebus da sciogliere per la legge di bilancio che dopo il meeting di Rimini entra nel vivo, fra Quota 103 e Quota 41, Panetta avverte che il calo demografico in tutta Europa "rischia di avere effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici, sul sistema sanitario", sugli investimenti e sulla sostenibilità del debito. Occorre aumentare l'occupazione di giovani e donne, ma "anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico, indipendentemente da valutazioni di altra natura". Immigrati da gestire con l'Ue, tenendo conto degli equilibri sociali e rafforzando l'integrazione dei cittadini stranieri.
Il leader della Cisl Sbarra condivide l'analisi del Governatore di Bankitalia. Sempre dal Meeting di Rimini, intervenendo al dibattito su Made in Italy e filiere produttive, il numero uno di Via Po sottolinea: “È vero, investire sulla crescita e su una maggiore produttività è la strada per ridurre il debito. Per questo servono relazioni industriali più partecipative, incentivi alla contrattazione decentrata, infrastrutture materiali e immateriali, formazione e competenze, una forte riduzione delle tasse per lavoratori, pensionati, imprese che assumono ed investono in innovazione e ricerca. Occorre dare una direzione sostenibile all'evoluzione del sistema produttivo e dei rapporti commerciali”. Per Sbarra “la manifattura è il cuore pulsante dell'economia italiana ed il Made in Italy un architrave insostituibile. Bisogna valorizzare il patrimonio del made in Italy, che muove 420 miliardi di euro l'anno nel mondo. Ci lavorano 3 milioni di lavoratori, abbiamo filiere che esportano produzioni di assoluto valore che dobbiamo saper difendere e consolidare da politiche protezionistiche”. Il Governo “sta sviluppando alcune riforme apprezzabili, ma serve un intervento organico per una politica industriale adeguata ai tempi, la cui definizione dovrebbe essere demandata a un patto tra Governo, imprese, sindacati”. Secondo Sbarra “occorre sviluppare finalmente anche nel nostro Paese la partecipazione dei lavoratori, delle lavoratrici e dei loro rappresentanti al miglioramento continuo dei processi produttivi. Sul mercato vincono le aziende che incrementano competitività e qualità di processo e di prodotto dove i lavoratori condividono utili e obiettivi, godono di salari più alti, controllano le dinamiche su salute e sicurezza, benessere aziendale, flessibilità organizzativa, frenando manovre speculative e radicando investimenti e occupazione”. Aggiunge il segretario generale della Cisl: “Spero che il tempo sia maturo per lasciarsi alle spalle un '900 caratterizzato solo dalla logica del conflitto, del massimalismo e del furore ideologico”.
E anche sul tema della cittadinanza per i migranti “è necessario abbandonare la demagogia e le ideologie, porre fine alle strumentalizzazioni e lavorare insieme per aprire una prospettiva diversa”. La Cisl ritiene che i tempi in Italia siano maturi anche per percorsi di vera inclusione e di vera integrazione. “La cittadinanza italiana non può non essere riconosciuta a figli di migranti nati in Italia che vivono in Italia che frequentano le scuole italiane”.
Tra le grandi sfide che l'Italia ha davanti per imboccare di nuovo la via della crescita e dello sviluppo c'è anche la questione della denatalità. Osserva Sbarra: “Rispondere all'inverno demografico è una priorità morale e sociale, poiché riguarda il diritto dei giovani ad avere una famiglia e il dovere di un Paese ad avere un futuro”. Invertire questo arretramento “è anche un'esigenza economica urgente perché senza persone che lavorano, che producono, che esercitano protagonismo e creano ricchezza con la propria occupazione, la rete di welfare e di servizi su cui si regge lo stato sociale, il sistema produttivo, lo stesso Patto che lega lo Stato ai cittadini, alla lunga non può reggere. Maggioranza e opposizioni, sindacati e imprese dovrebbero operare in maniera sinergica e affrontare con consapevolezza ed estrema decisione questa drammatica emergenza carsica. Come ha osservato Papa Francesco il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo”. Secondo Sbarra “se vogliamo davvero supportare una giovane coppia serve un approccio concertato che investe la responsabilità della politica e delle parti sociali. Nessuno ormai progetta di avere figli senza avere un lavoro stabile e dignitoso”.
Giampiero Guadagni

( 22 agosto 2024 )

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