Meno sicurezza, più infortuni. Il quadro tratteggiato dall’Inail con i dati relativi ai primi tre mesi dell’anno conferma quanto i sindacati denunciano da tempo. Da ultimo era stato l’osservatorio statistico dei consulenti del lavoro a fornire una sintesi allarmante sull’incidenza degli infortuni sul lavoro.
Secondo l’Inail le denunce di infortunio presentate tra gennaio e marzo sono state 157.715 (+1,9% rispetto allo stesso periodo del 2018). Le patologie di origine professionale denunciate sono state 15.900 (224 casi in meno). Invariati gli incidenti mortali: 212 come nel primo trimestre dello scorso anno.
Crescono sensibilmente però le vittime nella fascia 45-54 anni (+28 denunce mortali) e in quella 20-24 anni (+7 casi), a fronte di cali generalizzati nelle altre fasce di età. A livello nazionale, rispetto ai primi tre mesi del 2018, si registra una denuncia in meno per i casi avvenuti sul lavoro (passati da 145 a 144) e una in più in itinere (da 67 a 68).
Anche quando si parla di sicurezza si conferma lo squilibrio tra le diverse aree del Paese. Gli incidenti mortali diminuiscono solo al Nord: nove in meno nel Nord-Ovest (da 66 a 57) e 12 in meno nel Nord-Est (da 56 a 44). Aumentano invece al Centro (da 39 a 44), al Sud Sud (da 35 a 43) e nelle Isole (da 16 a 24). In calo le denunce dei lavoratori italiani (da 179 a 170), mentre i decessi dei comunitari sono aumentati da 11 a 18 e quelli dei lavoratori extracomunitari da 22 a 24.