ArcelorMittal fermerà gli impianti dell’Ilva il 4 dicembre. Quel giorno avrà termine il piano di ”sospensione” dell’attività che l’azienda ha illustrato in una lettera inviata al governo e alla prefettura di Taranto.
La data indicata dal gruppo franco - indiano non è casuale. Il 3 dicembre scade infatti la procedura di retrocessione degli impianti e dei lavoratori all’Ilva in amministrazione straordinaria. Quindi gli interventi che sarà necessario effettuare dopo il 3 dicembre per completare lo spegnimento andranno decisi dai commissari.
Questo sempre che nel frattempo non cambi qualcosa. Il rischio che la situazione sfugga di mano, però, a questo punto è altissimo.
La leader della Cisl, Annamaria Furlan sottolinea che prima di entrare in una battaglia legale deve esserci un "confronto importante tra Governo, sindacati e azienda: i soggetti dell’accordo. Dobbiamo salvare 20mila posti di lavoro ma anche una delle produzioni di qualità che contraddistingue il nostro Paese: quella dell'acciaio".
”E’ chiaro che se per il 4 dicembre l’Ilva in amministrazione straordinaria non riassumerà celermente tutto il personale - dice il segretario generale della Fim Marco Bentivogli - la situazione diventerà ancora più drammatica”.
Che ArcelorMittal non intenda perdere tempo si era già capito ieri, quando era stata comunicata la tabella di marcia per lo spegnimento degli altiforni. Ma l’annuncio di una data d’addio definitiva, pur essendo implicito nelle mosse dei giorni scorsi, ha proiettato un’ombra ancor più scura sull’incontro che si è svolto nel pomeriggio al ministero dello Sviluppo Economico con i sindacati.
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