Settore costruzioni in caduta libera. Negli ultimi 10 anni ha perso 600 mila posti di lavoro e 120 mila aziende, mandando in fumo una cifra superiore ai 104 miliardi di euro, dei quali oltre 6 miliardi negli ultimi mesi, una cifra che vale lo 0,5% del Pil. A denunciarlo, in una lettera aperta, i segretari generali di Filca Cisl, Fillea Cgil, FenealUil , Franco Turri, Alessandro Genovesi e Vito Panzarella. Il rischio, spiegano "è che la crisi dei grandi gruppi industriali rischia di produrre sulle medie e piccole imprese e sugli artigiani uno spaventoso ''effetto domino'', con conseguenze non solo su costruzioni di grandi opere, ma sull'intero indotto, pregiudicando così il rilancio industriale del Paese". Oggi dunque, ribadiscono i sindacati "più che mai è urgente adeguare la rete infrastrutturale, materiale e immateriale; occorre un piano straordinario per la manutenzione delle strade e dei viadotti; mettere in sicurezza il territorio dal rischio sismico e dal dissesto idrogeologico; mettere in sicurezza gli edifici scolastici e gli ospedali, incentivare l''efficientamento energetico, intervenire sulla rigenerazione urbana e sulla valorizzazione dell''enorme patrimonio paesaggistico storico e artistico".
È per questo che Filca Cisl Fillea Cgil FenealUil insistono nel chieder all'esecutivo "l'istituzione di un tavolo per una strategia di rilancio del settore, con il ruolo attivo del Governo, delle grandi imprese, delle grandi stazioni appaltanti pubbliche e dei lavoratori del settore".