Sabato 21 dicembre 2024, ore 16:42

Centenario dalla nascita

Don Milani, profeta da riscoprire

Una scomodità attuale, profetica, radicale, quella di Don Milani.

Nel centenario della sua nascita la sua figura è stata ricordata dalla Cisl al Centro Studi di Firenze con le federazioni Fai, Fim e Scuola a partire dal volume “Lettere ad una professoressa”, del ’67. Un libro, ha scritto l’Associazione Pierre Carniti in occasione della ricorrenza, con cui “il mondo dell’educazione spalancò la mente sul valore incommensurabile della conoscenza, per far uscire dalla miseria e dalla subordinazione milioni di bambini e di povera gente”. Non a caso anche Pierpaolo Pasolini ebbe a dire del volume: “Non posso che dirne tutto il bene possibile: leggetelo, perché riguarda la scuola ma in realtà riguarda tutta la società italiana e la qualità della vita in Italia”.

Nato a Firenze il 27 maggio 1923, Don Lorenzo Milani fu ispirato dall’opera di Don Primo Mazzolari e dal suo schierarsi per una Chiesa degli ultimi. Stretto tra gli industriali, che nel dopoguerra conservano una visione ereditata dal Fascismo, con tanto di lavoro minorile e sfruttamento, e l’avanzare del Comunismo, Don Milani sviluppò un cattolicesimo che trovò non poche avversioni anche nel mondo della Chiesa.

Tutti hanno provato a collocarlo da qualche parte”, ha detto il prof. Rocco Pezzimenti all’incontro, moderato da Vincenzo Conso, Presidente della Fondazione Fai-Cisl Studi e Ricerche, “ma la verità è che Don Milani parla di giustizia e carità, non si limita alla visione terrena e umanitaria delle cose ma punta a un messaggio di salvezza, con un Cristianesimo che non era quello che incontrava in chi praticava la religione solo per pura ritualità, e in questo senso denunciava quanto fossero incolte le famiglie dei ragazzi di allora”. “Più che attuale – ha detto Pezzimenti – la sua figura è profetica perché aveva capito che la prima fonte di povertà di un essere umano è la sua ignoranza, dunque l’istruzione è l’unica via per elevare le persone a uscire dal disagio e competere con chi le opprime” Impossibile in questo senso non decifrare in Don Milani un carisma ispiratore per il sindacalismo autonomo, riformista, democratico. “Esiste un rapporto molto forte tra le idee che noi viviamo ogni giorno, ereditate da Giulio Pastore, e il messaggio di Don Milani: il primo parlava di emancipazione sociale della persona attraverso il lavoro e la formazione, il secondo parlava di riscatto sociale tramite il diritto all’educazione”, ha detto Onofrio Rota, Segretario generale della Fai-Cisl, ricordando le campagne del sindacato per la valorizzazione del lavoro agroalimentare e per l’inclusione dei tanti immigrati protagonisti nel settore eppure spesso sfruttati ed emarginati. Riflessione condivisa dal leader dei fimmini Roberto Benaglia, che ha ricordato Don Milani come stimolo a “interrogarci oggi sulla povertà educativa che colpisce il lavoro”, sottolineando come “il sindacato stesso e la Cisl in particolare devono farsi educatori, anche se oggi è più facile il sindacato della convenienza e dell’utilità, che però non esercita una rappresentanza della coscienza collettiva”.

All’incontro sono intervenuti anche Francesco Scrima, direttore del Centro Studi, Francesco Lauria, curatore del volume “Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana”, Ivana Barbacci, Segretaria generale Cisl Scuola, Agostino Burberi, Presidente della Fondazione don Lorenzo Milani e Giorgio Graziani, Segretario confederale Cisl,che ha definito la scuola di Barbiana come “un grande messaggio di libertà, di autonomia e di fede”. Graziani ha ricordato quando Papa Francesco, nel 2017, rese omaggio alla tomba del sacerdote e ai luoghi della scuola di Barbiana e incontrò la Cisl sottolineando il bisogno di un sindacato capace di stare soprattutto nelle periferie: “Un messaggio forte che ci ha fatto apprezzare ancora di più la figura di Don Lorenzo e la sua capacità di dare voce agli ultimi. Anche il tema della partecipazione, che oggi stiamo rilanciando con la proposta legislativa per la democrazia economica – ha aggiunto il sindacalista – va in questa direzione: bisogna stare dentro l’impresa e costruire percorsi di emancipazione delle persone attraverso il lavoro”.

Oggi si svolgerà anche la commemorazione a Barbiana di Don Milani alla presenza del Capo dello Stato, con una marcia da Vicchio a Barbiana dove si terrà la celebrazione della messa da parte del Presidente della CEI, Cardinal Matteo Zuppi e dell’Arcivescovo di Firenze, Cardinal Giuseppe Betori.

Rossano Colagrossi

( 27 maggio 2023 )

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