Sottolinea il leader Cisl Sbarra: ”Oggi è una giornata importante, potenzialmente decisiva, per la qualità della democrazia economica in Italia”. Sbarra ringrazia ”tutti i firmatari delle pdl di iniziativa partitica, i Presidenti Rizzetto e Osnato, i componenti delle Commissioni che hanno condiviso questa impostazione, i capigruppo di Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati per l'atto di grande responsabilità e sensibilità sociale, che valorizza un metodo concertativo e pone condizioni ideali per una rapida approvazione del provvedimento nei due rami del Parlamento”. L'auspicio è ”un’ampia convergenza politica su una legge di civiltà che promuove, attraverso la contrattazione collettiva, il diritto dei lavoratori a star dentro alle decisioni e agli utili delle imprese per salari più alti, più qualità e stabilità del lavoro, maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, aziende più produttive, buona flessibilità organizzativa, investimenti e occupazione ben radicati sui nostri territori”.
Intanto Cgil, Cisl e Uil si esprimono a favore di una legislazione di sostegno alla riduzione dell'orario di lavoro con agevolazioni contributive o fiscali ma salvaguardando il ruolo della contrattazione, che già l'ha prevista in alcuni accordi nazionali, come quello dei bancari, e aziendali.
Il segretario confederale della Cisl Pirulli chiede che la riduzione di orario ”non sia regolamentata da una legge ma sia demandata completamente alla contrattazione collettiva nazionale”, riconoscendo al tempo stesso che ”una normativa di supporto potrebbe essere utile” con l'introduzione di agevolazioni contributive o fiscali. Il dirigente della Cisl mette in guardia dal ”demonizzare il tema del lavoro” e afferma che ”la riduzione di orario non deve essere percepita come una liberazione dal lavoro ma deve essere percepita come uno strumento di ulteriore investimento e crescita da parte del lavoratori”.
Secondo la segretaria confederale della Cgil Re David ”per produrre una riduzione generalizzata dell'orario del lavoro è necessaria una legge di sostegno, ma anche il ruolo della contrattazione collettiva è fondamentale, tanto nei contratti nazionali tanto nella contrattazione di secondo livello, particolarmente importante, in questo caso, perché i lavori non sono tutti uguali”. Re David afferma che ”non esiste fase storica in cui sia un cambiamento tecnologico importante, come quello che stiamo vivendo, che non abbia posto il tema dell'orario di lavoro. Se per produrre ci vogliono meno ore, quelle ore producono più valore e più ricchezza. È necessaria quindi una ridistribuzione del tempo risparmiato, della ricchezza prodotta e del lavoro necessario per produrre”.
E la segretaria confederale della Uil Bocchi definisce ”indispensabile che la riduzione di lavoro a parità di salario diventi uno degli obiettivi centrali della contrattazione. Una legge di sostegno - per Bocchi - potrebbe essere utile, in un secondo momento, se prima potessimo mettere insieme le esperienze contrattuali che stiamo facendo e le parti sociali al ministero del Lavoro per arrivare a un avviso comune per meglio contrattare. La riduzione dell'orario di lavoro è un elemento strategicamente importante che può generare maggiore occupazione, se unito ai percorsi formativi e di acquisizione di nuove competenze, e migliorare il rapporto vita-lavoro. "Non si tratta di togliere valore al lavoro ma di venire incontro alle esigenze di donne e uomini di avere una qualità di vita maggiore e spazi di vita maggiore”.
Martedì scorso, in occasione della conferenza stampa in Rai per il concerto del 1 maggio, Sbarra aveva sottolineato che ”l’unità di azione tra Cgil Cisl Uil vive ogni giorno nell’impegno per rinnovare i contratti, per gestire le tante crisi aziendali, per costruire e alimentare interlocuzioni con il sistema delle imprese e le istituzioni”.
In una intervista al settimanale Panorama, il numero uno di Via Po ha ribadito la necessità di ”una nuova politica di concertazione. Per questo abbiamo proposto l'idea di un grande accordo della responsabilità che unisca istituzioni e fronte sociale riformista per far crescere i salari e le pensioni falcidiati da anni di inflazione, per abbassare le tasse a lavoratori e pensionati, a ceti medi e famiglie, per rinnovare tutti i contratti, rafforzare la sanità, la scuola e la pubblica amministrazione. Questa la sfida che abbiamo lanciato al Governo ed alle altre parti sociali. Bisogna sostenere lo sviluppo con maggiori investimenti pubblici e privati e redistribuire più equamente la ricchezza" ha aggiunto Sbarra ribadendo la necessità di "remare tutti nella stessa direzione, ripensando anche i sistemi di welfare e il loro finanziamento per quella crescita equa tanto invocata dalla Cisl”.
Giampiero Guadagni