Conte ha ricalcato quanto detto a Montecitorio. Rendendo ancora più netta la chiusura a Italia viva e più duro l’attacco al suo leader Renzi: ”In questi giorni ci sono state continue pretese, continui rilanci concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza. E’ complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza". Conte ha anche rinnovato l’appello ai ”volenterosi” chiedendo ”un appoggio trasparente, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico. Certo i numeri sono importanti, oggi lo sono ancor di più. Questo è un passaggio fondamentale nella vita istituzionale del nostro Paese ed è ancora più importante la qualità del progetto politico”.
Conte è tornato anche sulla riforma della legge elettorale annunciata il giorno prima alla Camera, rettificando in parte il tiro, riconoscendo cioè la competenza del Parlamento, ma ribadendo il concetto: ”Negli anni passati abbiamo subito una frantumazione della rappresentanza. Sono emersi nuovi processi, anche in maniera dirompente, non possiamo fare una legge che costringa forze così diverse. Questo artificio contribuirebbe all'instabilità politica, non stabilirebbe il quadro”.
Sempre sul fronte istituzionale ”l’esperienza della pandemia impone anche un’attenta, meditata e pacata riflessione sulla revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione sul rapporto tra Stato e Regioni. Lavoriamo tutti insieme, meditiamo insieme sul riparto delle competenze legislative di Stato e Regioni, come pure alla individuazione di meccanismi e istituti che consentano di coordinare più efficacemente il rapporto tra i diversi livelli di governo”.
Poi il riflettore acceso su Next generation EU. Per il raggiungimento del quale, afferma Conte, ”l’Italia ha avuto un ruolo propulsivo e decisivo, spendendosi in ogni sede, a ogni livello formale e informale. Non solo ci consente di disporre di 209 miliardi di euro, ma ha impresso alla politica europea una svolta irreversibile, inaugurando un nuovo corso, suscettibile di mutare profondamente i paradigmi delle politiche economiche e il volto stesso dell'Unione europea”.
Nel frattempo ”abbiamo introdotto e portato a regime, fino al 2029, per la prima volta, la fiscalità di vantaggio per tutte le imprese che operano nel Mezzogiorno, con un taglio dei contributi previdenziali del 30% per i primi 3 anni e poi a calare. Noi non siamo meridionalisti per vocazione intellettuale: se non corre il Mezzogiorno non corre l'Italia”.
Quanto alle opere pubbliche del decreto semplificazioni ”si è detto che sarebbero ancora bloccate per la designazione dei commissari: innanzitutto la lista c'è ma poi non è così, le opere non sono mai state bloccate, perché i poteri dei commissari sono stati attribuiti dal decreto semplificazioni ai responsabili unici di progetto ”.
Nel suo passaggio finale il premier ha citato il capo dello Stato: ”Da parte mia, assicuro la massima disponibilità e l’impegno a guidare, con il contributo di tutti, questa fase così decisiva per il rinnovamento del Paese. Come ha affermato il Presidente della Repubblica nel suo messaggio di fine anno, la fiducia di cui abbiamo bisogno si costruisce così: tenendo connesse le responsabilità delle Istituzioni con i sentimenti delle persone”.
Giampiero Guadagni