Per Calderone ”il sindacato fa politica quando si prende cura delle persone che gli affidano un mandato in tal senso”. Quanto alle politiche del lavoro specifiche, Calderone annuncia: ”Porterò in legge di Bilancio il tema del salario di produttività, quindi anche della detassazione per il lavoro pubblico e privato. Importante valorizzare questo aspetto, perché si lega fortemente alla produttività. Se chiediamo sacrifici ai lavoratori e questo poi torna in termini di aumento della produttività e del valore dell'impresa è giusto che poi ne diamo un ulteriore risultato in termini di miglioramento del potere d'acquisto delle retribuzioni”.
Capitolo salario minimo: ”Non credo vada fatto per legge perché credo alla buona contrattazione collettiva e, soprattutto, credo nel valore delle parti sociali e in quello rappresentato dalla qualità delle relazioni industriali in Italia”. Il Ministro sollecita la riapertura della stagione di rinnovi contrattuali, su basi che possano garantire retribuzioni adeguate e dignitose per tutti”. D’altra parte ”non mi sembra che Visco abbia detto che il salario minimo si debba fare necessariamente per legge. Ha detto che laddove non esiste la contrattazione collettiva è bene avere dei riferimenti. Per quanto mi riguarda laddove non esiste la contrattazione collettiva ci deve essere uno stimolo a produrre contratti di qualità. Poi c'è sempre la possibilità di applicare la contrattazione collettiva di prossimità per assimilazione”.
E proprio ieri la maggioranza di centrodestra in commissione Lavoro alla Camera ha depositato un emendamento soppressivo alla legge sul salario minimo presenta dalle opposizioni.
Per il Pd il no al salario minimo è uno schiaffo a tre milioni di lavoratori. Ma per il leader di Italia Viva Renzi “è meglio garantire la partecipazione dei lavoratori agli utili che insistere sul salario minimo”.
Giampiero Guadagni