C’è un lavoratore intervistato di spalle, con cappuccio in testa e voce camuffata, c’è un "pubblico" che, ritenendo "leso" il proprio "prestigio", mentre infuria la peggiore emergenza dalla fine della seconda guerra mondiale, commissiona a una società specializzata una perizia fonica e licenzia in tronco un sindacalista. No, non è Minsk nel dopo-Chernobyl, è la Toscana dell’era Covid.
Tutto nasce il 17 aprile scorso, quando una persona, in forma anonima dice che "i dirigenti non sono stati all’altezza della situazione" e critica la gestione dei pazienti Covid nell’ospedale San Giovanni di Dio di Torregalli, alle porte di Firenze. L’Ausl Toscana Centro, in cui rientra l’ospedale, accusa per quell’intervista un delegato della Fp-Cisl e, sebbene lui dichiari di non essere l’intervistato, decide di licenziarlo.
"Un atto di una gravità inaudita e immotivato" basato su accuse "senza alcuna prova" dicono a una voce i vertici locali del sindacato, in una nota firmata dai segretari generali regionale e territoriale della categoria, Marco Bucci e Nicola Burzio e della Cisl, Riccardo Cerza e Roberto Pistonina. La Cisl toscana annuncia che "non solo supporterà il lavoratore per ottenere l’immediato reintegro, ma ha già presentato un ricorso al Tribunale di Firenze per comportamento antisindacale".
Siamo di fronte, secondo la Cisl, a "un castello accusatorio basato solo su ipotesi in quanto dagli esperimenti tecnici eseguiti non è stato possibile addivenire alla certa identificazione del soggetto ignoto".
Per la Fp e la Cisl toscani è "vergognoso che in piena emergenza Covid, mentre il delegato era impegnato nei turni di lavoro in ospedale, l’Ausl abbia impegnato risorse umane ed economiche per una caccia alle streghe, con un’attività istruttoria abnorme e quantomeno anomala per dichiarazioni di questo tipo, senza peraltro arrivare ad una sicura identificazione".
Subito arriva anche il sostegno del segretario generale della Fp, Maurizio Petriccioli, che parla di "azione vergognosa, antisindacale ed arbitraria, fondata esclusivamente sul sospetto".
Ma perché tanta durezza dalla Ausl ? In passato l’azienda aveva già avanzato due contestazioni disciplinari; "sempre - spiega l’avvocato Fausto Benigni, che assiste il lavoratore - per dichiarazioni rilasciate pubblicamente dal sindacalista, nell’ambito della sua attività sindacale, relative all’organizzazione del lavoro".
Il licenziamento, per Petriccioli, assume così i contorni di "una resa dei conti in piena regola contro una voce scomoda, sempre fuori dal coro, punita con un pretesto totalmente infondato".
Per questo il segretario generale Fp chiede "al Presidente Rossi di interessarsi immediatamente alla vicenda e ai dirigenti della struttura di procedere con l'immediata reintegra del dipendente. Siamo pronti a tutto per tutelare la democrazia e i diritti costituzionalmente garantiti nonché l'immagine della nostra organizzazione sindacale, in tutte le sedi, già nelle prossime ore".
Ma è la Cisl tutta che fa quadrato attorno al suo delegato e alle agibilità sindacali così faticosamente conquistate e rimesse in discussione proprio mentre si festeggiano i 50 anni dello Statuto dei lavoratori. "È inaccettabile il licenziamento da parte della Asl Toscana di un nostro delega to sindacale, cui va la nostra solidarietà - avverte la segretaria generale Annamaria Furlan. L’azienda ritiri questo provvedimento immotivato nei confronti di chi rappresenta e difende i propri colleghi in prima linea in queste settimane contro il Covid".