I ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi riferiscono in Parlamento sulla liberazione del generale libico Osama Almasri. E dopo le polemiche degli ultimi giorni, passano dalla difesa all’attacco. Dopo aver criticato magistratura e opposizioni, nei giorni scorsi, in Aula i ministri criticano anche la Corte penale internazionale. Secondo il ministro della Giustizia, “è stata la corte penale internazionale che si è corretta”. “Non sono io che ho rilevato dei difetti della Corte - aggiunge Nordio -, li ha rilevati lei e ha cercato di cambiarli cinque giorni dopo, perché si era accorta che aveva fatto un immenso pasticcio”.
La ragione di questo “pasticcio frettoloso sarà discussa, sarà forse trovata, sarà sospettata in altre sedi, in altre situazioni”, sottolinea il Guardasigilli. “Non so perché abbiano agito in un modo così frettoloso da sbagliare completamente un atto così solenne - attacca Nordio - come un mandato di cattura internazionale. È mia intenzione attivare i poteri che la legge mi riconosce e chiedere alla corte penale giustificazione circa le incongruenze di cui è stato mio dovere riferire”.
Più in generale, il ministro dell’Interno Piantedosi spiega che “l’espulsione di Almasri è da inquadrare (per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione) nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell'ordine pubblico, che il Governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente alla difesa dell'interesse nazionale che è ciò a cui lo Stato deve sempre attenersi nell'obiettivo di evitare, in ogni modo, un danno al Paese e ai suoi cittadini”.
“La scelta delle modalità di rimpatrio - aggiunge Piantedosi - è andata di pari passo con la valutazione effettuata per l'espulsione di Almasri”. Inoltre, spiega ancora il ministro, “la predisposizione dell'aereo, già nella mattina del 21 gennaio, rientra tra quelle iniziative a carattere preventivo, e quindi aperte a ogni possibile scenario (ivi compreso l'eventuale trasferimento in altro luogo di detenzione), che spettano a chi è chiamato a gestire situazioni che implicano profili di tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico di tale rilevanza”.
La linea scelta da Nordio e Piantedosi non convince le opposizioni. “Lei non ha parlato da ministro ma da avvocato difensore di un torturatore - afferma la segretaria Pd Elly Schlein riferendosi al Guardasigilli -. Il ministro deve trasmettere gli atti della Corte Penale Internazionale. Lei accusa noi di non aver letto le carte, ma lei non ha letto la legge, ministro Nordio, e l'ha violata davanti al Paese”.
“Questa - aggiunge Schlein - è una giornata triste per la democrazia, Nordio e Piantedosi sono venuti in Aula a coprire le spalle della premier. Ma oggi in quest'aula doveva esserci Giorgia Meloni, che invece manca di rispetto all'Aula e al paese”.
Sulla stessa linea l’intervento del leader del M5S, Giuseppe Conte, che accusa Nordio di vivere “in una dissociazione”. “Se avesse firmato lei un atto dovuto e il presidente del Consiglio in carica avesse fatto un video in cui la definiva magistrato fallimentare - domanda Conte - come si sarebbe sentito? Ma non si vergogna? Cosa le hanno fatto i magistrati?”.
Ilaria Storti