Donald Trump alleggerisce i dazi sulle auto mostrando "flessibilità" e concedendo più tempo ai costruttori per affrontare la transizione. Ma avverte: le case automobilistiche che non porteranno la produzione negli Stati Uniti saranno "massacrate" dalla sua politica commerciale. In definitiva, le agevolazioni temporanee volute da Trump sembrano più un tentativo di trovare un equilibrio tra protezionismo economico e sostenibilità industriale. Tuttavia, le sfide della delocalizzazione rapida, della complessità della supply chain e dell’inflazione automobilistica restano forti ostacoli da affrontare per garantire un vero rilancio del settore auto americano. Nel Michigan, Stato dell'auto americano, il presidente Usa sceglie di festeggiare i suoi primi 100 giorni, "i migliori di sempre, ed è solo l'inizio.
L'età dell'oro è appena iniziata" anche grazie ai dazi. Teoria questa molto suggestiva e personale perchè dazi e tariffe esistono nel dopoguerra fin dal lontano 1948 (allora tariffe). E lui: "Avremo un accordo equo con la Cina", ha detto ai suoi sostenitori. Ma Pechino lo sa? In un evento stile comizio elettorale, Trump si è regalato dunque un bagno di folla per celebrare i successi delle sue prime 14 settimane alla presidenza, durante le quali il "mondo ha assistito a una rivoluzione di buon senso: abbiamo portato a Washington il cambiamento più profondo della storia". Mah! L'appuntamento è stato l'occasione per tornare ad attaccare Joe Biden, il "peggiore presidente della storia", e i democratici "lunatici", "bravi a truccare le elezioni e che vogliono un altro mio impeachment".
Annunciando per l’ennesima volta l'arrivo dell'età dell'oro, Trump si è a lungo soffermato sull'immigrazione, il suo cavallo di battaglia. Il numero degli ingressi di migranti senza documenti al confine con il Messico è crollato del 99,9%: solo tre persone sono entrate, ha detto rivendicando il suo successo.
"Congratulazioni America. Se non avessimo vinto le elezioni, i democratici avrebbero consentito l'invasione di 30-40 milioni di illegali, molti dei quali criminali", ha aggiunto criticando i giudici, colpevoli - a suo avviso - di rallentare la sua azione sui migranti. "Nulla fermerà la mia missione di rendere l'America di nuovo sicura", ha assicurato Trump. Dai migranti il presidente è poi passato all'economia soffermandosi sui dazi e sull'inflazione. Nel suo mirino è tornato Jerome Powell che, però, non ha mai nominato. "L'inflazione è praticamente in calo. C'è una persona alla Fed che non sta facendo un buon lavoro", ha messo in evidenza il presidente Usa ammettendo che non dovrebbe criticare il capo della banca centrale americana. Sui tassi "ne so più di lui", ha osservato.
Forse anche sul prezzo delle uova texane. Accennando al ripristino del Columbus Day per gli italiani e ribadendo che nei prossimi mesi arriverà una taglio delle tasse per gli americani, Trump si è poi soffermato ancora sui dazi. "Siamo stati abusati dal punto di vista commerciale da amici e nemici", ha spiegato difendendo le sue tariffe e ribadendo che alla fine un accordo equo con la Cina ci sarà". Pechino "vuole fare un accordo, noi vogliamo fare un accordo", ha aggiunto tornando a difendere Elon Musk, un vero "americano. È incredibile. Ci ha veramente aiutato". Nei 90 minuti di comizio Trump ha anche ribadito la sua ambizione di vedere astronauti americani piantare la bandiera a stelle e strisce su Marte.
Rodolfo Ricci