La Ue resta pronta a un accordo giusto, inclusa la reciprocità attraverso zero tariffe sui beni industriali e il lavorare sulle barriere non tariffarie. "Raggiungere questo richiederà un significativo sforzo congiunto da tutte e due le parti", ha affermato il commissario Ue al commercio Maros Sefcovic su X al termine di un incontro di 90 minuti con il segretario al commercio americano Howard Lutnick e il rappresentate commerciale statunitense Jamieson Greer. Nel corso degli incontri di ieri sul tavolo sono stati posti "la nostra offerta di lavorare per ottenere tariffe reciproche zero per zero per tutti i beni industriali, comprese le automobili, il tema della sovraccapacità globale nei settori dell'acciaio e dell'alluminio, la resilienza delle nostre catene di approvvigionamento nei semiconduttori e nei prodotti farmaceutici", ha reso noto un portavoce della Commissione Ue, sottolineando che Bruxelles "continuerà ad affrontare questi colloqui in modo costruttivo.
È chiaro che saranno necessari notevoli sforzi congiunti" per un'intesa. "L'Ue sta facendo la sua parte. Ora è necessario che gli Stati Uniti definiscano la loro posizione. Come in ogni negoziato, questa deve essere una strada a doppio senso, un impegno a doppio senso, con entrambe le parti che portano qualcosa al tavolo", sottolineato anche Olof Gill, portavoce della Commissione Ue, in merito alla missione del commissario Maros Sefcovic negli Usa.
Bruxelles sta operando anche dentro il mercato interno. Tassazione minima delle società, avanti con la cooperazione e lo scambio di informazioni tra Stati membri. Il Consiglio dell’Ue stringe le maglie in materia di fisco e imprese approvando la direttiva in materia di cooperazione fiscale, più nota come ‘Dac9, il cui obiettivo è rendere effettivamente in vigore le disposizioni previste dall‘accordo globale del G20/Ocse sulla riforma fiscale internazionale raggiunto il 2 luglio 2021. La proposta di direttiva sulla tassazione minima delle grandi imprese, che intende colpire ogni azienda con fatturato annuo dai 750 milioni di euro con una tassa di almeno il 15 per cento, si lega alla questione della tassazione digitale, ossia il regime per assicurarsi che gli operatori del web, a partire dai colossi statunitensi, paghino la loro quota di tasse.
Mentre la tassazioni minima (è questo il ‘pilastro 2’) è comunitario, la politica fiscale per gli operatori di internet (pilastro 1) rientra in un accordo raggiunto in sede Ocse, e quindi oggetto di accordo internazionale. L’accordo trovato oggi (14 aprile) in sede di Consiglio Ue si riferisce al ‘pilastro 2’. Con l’intesa raggiunta tra i ministri del Ventisette si ampliano le norme in materia di trasparenza fiscale. Nello specifico, si semplifica la segnalazione per le grandi aziende consentendo il deposito centralizzato di una dichiarazione delle informazioni fiscali di registrazione (Ttir), ovvero un file aziendale per l’intero gruppo interessato, invece di archiviare in maniera locale, vale a dire separatamente i file aziendali.
Viene inoltre introdotto un modulo standard per l’archiviazione del Ttir in tutta l’Ue, in linea con quello sviluppato dal quadro inclusivo del G20 e Ocse sull’erosione di base e lo spostamento degli utili (Beps). La nuova direttiva Dac9 entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Gli Stati membri dovranno adottare e pubblicare, entro il 31 dicembre 2025, le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva.
Rodolfo Ricci