Donald Trump si porta via la 'forward guidance' della Bce, la formula con cui la banca centrale anticipa la direzione di viaggio dei tassi d'interesse. Francoforte rivendica mani libere sulle prossime decisioni e ammette che tenere l'inflazione ferma al 2% è impossibile nella situazione attuale di incertezza "eccezionalmente alta" e shock difficili da anticipare: chi fa previsioni è quasi al buio e si naviga a vista, con i prezzi che saranno strattonati al rialzo dai dazi e dalla spesa per la difesa militare, e al ribasso se l'economia dovesse avvitarsi in una guerra commerciale. È il giorno dopo della ritorsione di Ue e Canada sui dazi americani, e della contro-ritorsione annunciata da Trump.
Uno scenario inimmaginabile di guerra economica mentre la Ue, e la Germania, promettono un maxi-stimolo di bilancio ora che Trump chiede all'Europa di difendersi da sé. Christine Lagarde, già nella conferenza stampa del 6 marzo, aveva preso le distanze dalla formula "la direzione è chiara" adottata fino a poche settimane prima e riferita all'inflazione e di conseguenza ai tassi in discesa. Ora la presidente della Bce è ancora più esplicita sul fatto che lo scenario geopolitico ed economico - fra annunci di dazi, ritorsioni, smentite e contro-smentite di Trump, è più confuso che mai. "Faremo sempre tutto ciò che è necessario per assicurare la stabilità dei prezzi" e la Bce può adattarsi alle nuove circostanze che sono costellate di nuovi "shock", una parola che pronuncerà 47 volte nel suo discorso di poche pagine. L'indicazione - formulata alla tradizionale kermesse finanziaria di Francoforte 'The Ecb and its Watchers' - è che la 'reazione di funzionè sarà improntata all'agilità di fronte all'evolversi delle spinte sui prezzi.
Le analisi della Bce indicano infatti che la guerra commerciale e l'aumento della spesa per la difesa hanno effetti a due facce: potrebbero spingere l'inflazione verso l'alto, ma i dazi statunitensi potrebbero anche ridurre la domanda di esportazioni dell'Ue e reindirizzare l'eccesso di capacità produttiva dalla Cina verso l'Europa, facendo diminuire l'inflazione. I prezzi negli Usa a febbraio sono rallentati al 2,8% dal 3% incassando il plauso di Trump, "notizie molto positive". Potrebbe liberarsi spazio per un taglio della Fed che faciliterebbe - assieme a tensioni salariali in allentamento - il lavoro per la Bce. Conclusione di Lagarde: "La direzione degli shock è molto più difficile da predire rispetto a prima".
Un colpo di freno per la Bce che, una settimana fa, aveva tagliato i tassi per la sesta volta di un quarto di punto percentuale al 2,5% con gli investitori che puntavano decisi sul raggiungimento del 2% entro l'anno, ora dato meno per certo. Una linea di estrema cautela a Francoforte che riflette anche gli equilibri nel Consiglio direttivo fra i 'falchì e le 'colombe': ora che la Germania ha fatto un'apertura epocale rompendo i tabù tedeschi sui conti pubblici, la Bundesbank è più guardinga che mai sugli effetti inflattivi dei piani di spesa del cancelliere in pectore Friedrich Merz. La novità, ma non troppo, è gli Stati Uniti perderanno il loro vantaggio in termini di crescita sull'Europa.
Dopo essere cresciuti più rapidamente dell'area euro nel 2023 e nel 2024, gli Usa si apprestano a rallentare consentendo all'Europa di recuperare buon parte del divario. Gli economisti - riporta il Wall Street Journal - avevano previsto all'inizio dell'anno che Eurolandia avrebbe ridotto il divario con gli States, ma le recenti politiche di Donald Trump hanno creato ostacoli per la crescita americana, aumentando le chance dell' Eurozona. Una delle implicazioni della riduzione del divario di crescita è per la Bce che, secondo le attese, non dovrebbe ridurre i tassi di interesse molto al di sotto della Fed come appariva all'inizio del 2025.
Rodolfo Ricci