Mercoledì 30 aprile 2025, ore 18:33

Bankitalia 

I dazi frenano l'economia 

Avvio di settimana in deciso ribasso per tutte le borse europee, che scontano le preoccupazioni degli investitori per gli effetti sull'economia dei dazi americani. Osserva il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, nella relazione sul bilancio 2024: ”L’incertezza a livello globale resta elevata, alimentata dalle persistenti tensioni geopolitiche e commerciali. Questo contesto penalizza gli scambi internazionali e accentua la frammentazione dell'economia mondiale, contribuendo al rallentamento dell'attività produttiva”. L’economia europea ”già segnata dalla stagnazione del settore manifatturiero, risente in modo particolare di queste dinamiche a causa della sua forte esposizione al commercio estero”. Avverte Panetta: ”Le decisioni di politica monetaria dovranno bilanciare due fattori. Da un lato, la debolezza dell'economia europea e le tensioni geopolitiche stanno frenando consumi e investimenti, contribuendo a contenere l'inflazione. Dall'altro lato, l'aumento dell'incertezza - dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti - impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali”. Il Governatore sottolinea quindi l'importanza di non abbassare la guardia su prezzi e carovita. ”Guardando al futuro, la lotta all'inflazione non può ancora dirsi conclusa. Sarà essenziale monitorare con attenzione tutti i fattori che potrebbero ostacolare il ritorno all'obiettivo del 2%”.
E proprio ieri l’Istat ha registrato un rimbalzo dell'inflazione. Secondo le stime preliminari, nel mese di marzo 2025 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività aumenta dello 0,4% su base mensile e del 2,0% su marzo 2024, dal +1,6% del mese di febbraio. In accelerazione su base tendenziale sia i prezzi dei Beni energetici (+3,2%, da +0,6%), spinti dalla componente non regolamentata (+1,3%, da -1,9%), sia quelli degli Alimentari non lavorati (+3,3%, da +2,9%). L’inflazione acquisita per il 2025 sale a +1,4% per l'indice generale e a +0,9% per la componente di fondo. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (il cosiddetto carrello della spesa) risultano a marzo del 2,1% più elevati rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, mentre la crescita tendenziale dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto resta ferma a +1,9%.
In questo quadro economico e in questo contesto internazionale caratterizzato da tensioni geopolitiche crescenti il Governo lavora alle stime da inserire nel nuovo Def, il primo momento di verifica dell'anno sull'andamento dei conti pubblici. Nel documento, atteso alle Camere entro il 10 aprile, saranno aggiornate - come annunciato nelle scorse settimane dallo stesso ministro dell'Economia Giorgetti - le previsioni sulla crescita, che per quest'anno sembra orientata a fermarsi sotto l'1%. Una prima bozza del quadro tendenziale provvisorio, come da prassi, è stata inviata all'Ufficio parlamentare di bilancio che ha trasmesso mercoledì al Mef i propri rilievi. L'iter si concluderà la settimana prossima, con l'invio della lettera che riporta gli esiti della procedura di validazione. Anche se è ancora prematuro ipotizzare dei numeri, già filtra qualche indiscrezione: una crescita verso lo 0,8-0,9% per quest'anno, vale a dire 3-4 decimali in meno rispetto al +1,2% fissato a settembre nel Piano strutturale di bilancio; e nei dintorni dell'1% nel 2026 e 2027, a fronte rispettivamente del +1,1% e +0,8% indicati nel Psb. Le ultime stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio aggiornate nella congiuntura di febbraio, davano la crescita allo 0,8 nel 2025 e allo 0,9% nel 2026.
La Cisl rilancia: occorre un patto della responsabilità, recuperando lo spirito di Tarantelli, la concertazione, che in tempi anche difficili è stata un modello che ha messo insieme chi pensava di poter traguardare obiettivi in maniera condivisa e coesa. Come ha spiegato la segretaria generale Fumarola, al congresso nazionale di Azione per un dibattito con il presidente di Confindustria Orsini, il primo tema è lo scambio salario-produttività. Sottolinea Fumarola: ”C’è una emergenza salari, per aumentarli non ci sono altre ricette se non aumentare la produttività e ridistribuirla, fare investimenti, e quindi far crescere le imprese, rinnovare i contratti”. Il secondo tema è l'innovazione. ”Se un'impresa fa innovazione, ha bisogno di persone che abbiano le competenze giuste. Quindi innovazione, formazione e flessibilità”. La Cisl ha lanciato la sfida della partecipazione: ”Dove relazioni industriali innovative e partecipative si sono realizzate, si sono qualificati il lavoro e le imprese, si è avuta un'attenzione maggiore su salute e sicurezza, si sono utilizzati strumenti anche di intelligenza artificiale legata a salute e sicurezza”. Preoccupa molto la questione dazi ”perché ovviamente incide sul lavoro e sulle imprese. Occorre agire collettivamente, perché altrimenti rischiamo di farci una guerra tra stati europei, per poi farla a Trump, e così avremo perso tutti. L'Europa ha una popolazione decisamente superiore a quella degli Stati Uniti. Bisogna far valere la nostra forza, ma questo può avvenire soltanto se le uniamo le forze, se l'Europa finalmente decide di essere una federazione di Stati”.
Anche per Orsini ”il negoziato deve essere europeo”. I dazi Usa per l'industria italiana sono 'un enorme problema. A livello europeo, spiega il presidente di Confindustria, ”le esportazioni ammontano a 503 miliardi, di cui 347 miliardi dagli Stati Uniti, e un saldo positivo di 156 miliardi. Aggiungendo le big tech, sono altri 103, 104 miliardi, a quel punto la differenza del saldo sono 52 miliardi. Per l'Italia, con 67 miliardi di esportazioni, 25 di importazioni, un saldo positivo di 42 miliardi”.
Orsini dice sì anche alla proposta di patto ”su sicurezza sul lavoro, produttività, investimenti ed energia”. La produttività ”è cominciata a calare con la fine di Industria 4.0. Le imprese dopo il Covid fanno un +21% di investimenti nel 2021 rispetto al 2000, nel 2022 +8,5% nel 2023 +7,5%. Nel 2024, quando finisce Industria 4.0, +0,5%. Poi si fermano, perché c'è l'attesa di Superindustria 5.0, che purtroppo non va neanche a spingerla”.
Giampiero Guadagni

( 31 marzo 2025 )

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