I contratti Sanità privata e Rsa - che riguardano oltre 200mila addetti del comparto sanitario privato- sono fermi rispettivamente da 6 e 13 anni. Dopo ”anni di attesa e di vergognoso immobilismo da parte delle controparti datoriali Aiop e Aris, le lavoratrici e i lavoratori non possono più aspettare - dichiarano i segretari nazionali Francavilla (Fp Cgil), Chierchia (Cisl Fp) e Chietti (Uil Fpl) -. È inaccettabile che i lavoratori e i professionisti della sanità privata e delle Rsa siano ancora in questa situazione”. Per questo, i sindacati confederali, con una lettera al ministro della Salute Schillaci e al presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga, hanno chiesto l'apertura di un tavolo di trattativa e, al contempo, lo stop agli accreditamenti per le aziende che non rinnovano i contratti collettivi. Considerati infatti, affermano, ”i bilanci e gli utili milionari dei grandi player della sanità privata del nostro Paese, non è più accettabile che si trasferiscano risorse pubbliche a soggetti che continuano a guadagnare sulla pelle dei propri dipendenti, senza assumersi alcun onere”. Ed ancora: ”A stesso lavoro, pubblico o privato che sia, devono corrispondere stesso salario e diritti”.
Dal canto loro, le aziende sanitarie private accreditate ribadiscono il rischio di collasso per molte strutture con l'applicazione dell'attuale nuovo Tariffario ”al ribasso” per il rimborso delle prestazioni specialistiche previste dai Lea, i Livelli essenziali di assistenza, aggiornati. Il Tar del Lazio ha infatti respinto due richieste di sospensione del Tariffario avanzate da associazioni di categoria, mentre per altri quattro analoghi ricorsi una nuova udienza è prevista per il 25 febbraio.
E, dopo il mancato accordo dello scorso 14 gennaio, l'Aran ha nuovamente convocato i sindacati rappresentativi per la prosecuzione della trattativa relativa al rinnovo del contratto per il personale del Comparto Sanità 2022-2024, che riguarda oltre 581 mila dipendenti tra infermieri, tecnici e personale non dirigente.
Intanto il Governo assicura che l’operazione ”taglio alle liste d'attesa” va avanti, prevedendo tempi rapidi per i decreti attuativi ora all'esame della Conferenza Stato-Regioni.
L’Esecutivo respinge così le critiche in merito ad un ”peggioramento” dei tempi di accesso alle prestazioni da parte dei cittadini. Critiche avanzate non solo dalle opposizioni, ma anche da organizzazioni indipendenti come la Fondazione Gimbe e che hanno acceso il dibattito.
I decreti fondamentali, fa sapere il ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani, ”sono attualmente all'esame della Conferenza Stato-Regioni per l'acquisizione del previsto parere”. Si tratta, in particolare, dei provvedimenti per l'adozione dei criteri di interoperabilità tra la piattaforma nazionale e le piattaforme regionali delle liste d'attesa; la modalità di attivazione dei poteri sostitutivi riconosciuti all'organismo di verifica e controllo presso il Ministero; l'adozione di un piano d'azione per il rafforzamento dell'erogazione dei servizi sanitari sul territorio.
Giampiero Guadagni