Nel frattempo ”si registrano segnali incoraggianti sui livelli di occupazione. Permangono, d'altro lato, aspetti di preoccupazione sui livelli salariali, come segnalano i dati statistici. L'Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008, nonostante l'avvenuta ripresa a partire dal 2024. Questo mentre, a partire dal 2022, la produttività è cresciuta”. Le questioni salariali ”sono fondamentali per la riduzione delle disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall'innovazione, dal progresso. Tante famiglie non reggono l'aumento del costo della vita”. I salari insufficienti ”sono una grande questione per l'Italia. Incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro. Resta, inoltre, alto il numero di giovani, con preparazione anche di alta qualificazione, spinti all'emigrazione. Questi fenomeni impoveriscono il nostro capitale umano”. Mattarella invoca poi equità per i salari dei migranti, secondo l'Oil inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali; e chiede di contrastare con fermezza ”fenomeni scandalosi come il caporalato”. Il carattere della nostra società ”è a misura della dignità della persona che lavora, anche per rispettare l'articolo 36 della nostra Costituzione. Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano, ci ha ricordato Papa Francesco nella benedizione pasquale, il suo ultimo messaggio”.
Il Presidente osserva poi l’affacciarsi di ”nuovi rischi, derivanti dalle prospettive di ampio ricorso ai dazi, antica forma di prove di forza, che possono ostacolare il diritto all'accesso alle cure, alla salute, per ogni popolo del mondo, specialmente i più poveri e fragili. Prospettive che, inoltre, producono effetti negativi sull'economia globale. Effetti che possono interpellare anche il nostro Paese”.
In questo scenario il capo dello Stato ricorda che ”il confronto tra le parti sociali, il dialogo favorito dalle istituzioni, è stato nella nostra storia - con intese dal valore epocale - un volano di progresso civile, sociale, economico. Il dialogo tra imprese e sindacati ha molti ambiti in cui può svilupparsi. Conviene sempre investire nel dialogo, aiuta a raggiungere mete di progresso, come è stato con l'invenzione, nel secolo scorso, dello Stato sociale. Questo è un tema fondamentale nell'agenda pubblica”. Infine l’augurio di ”gioia e serenità ai giovani che parteciperanno al tradizionale concertone di piazza San Giovanni a Roma. Buona festa del lavoro anche a chi il lavoro lo sta cercando. Buona festa a chi lo crea e a chi lo difende”.
Dalla segretaria generale della Cisl Fumarola il “grazie al Presidente Mattarella per aver ricordato oggi che il lavoro è radice di libertà, democrazia, uguaglianza, coesione sociale, strumento di sviluppo e di crescita collettiva, indispensabile per la realizzazione della persona”. Aggiunge Fumarola: “Fondamentale il monito del Capo dello Stato a rafforzare l'impegno per la sicurezza sul lavoro attraverso un maggiore dialogo tra istituzioni, imprese e sindacati per fermare una strage silenziosa che sfregia i valori della Costituzione. La sicurezza deve essere il riferimento fondamentale di un cantiere per il lavoro che punti anche a rilanciare salari e qualità dell'occupazione, rinnovo di tutti i contratti scaduti, formazione e innovazione, nuove tutele universali, una nuova politica espansiva dei redditi. Obiettivi raggiungibili conclude - con un Patto della responsabilità che metta dalla stessa parte attori sociali e politici riformisti”.
Intanto l'Istat fa sapere: a fine marzo, i contratti in attesa di rinnovo sono 35 e coinvolgono circa 6,2 milioni di dipendenti, il 47,3% del totale. Il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, tra marzo 2024 e marzo 2025, è passato da 29,0 a 23,1 mesi, mentre per il totale dei dipendenti aumenta da 10,1 a 10,9 mesi. Alla fine di marzo 2025, i 40 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 52,7% dei dipendenti- circa 6,9 milioni - e corrispondono al 50,7% del monte retributivo complessivo. Nel corso del primo trimestre 2025 sono stati recepiti nove contratti: logistica, servizi socio assistenziali-Uneba, ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, edilizia, energia elettrica, autoferrotranvieri e Rai. ”Grazie ai rinnovi registrati nei primi tre mesi dell'anno, alla fine di marzo, solo tre dipendenti su dieci nel settore privato sono ancora in attesa del rinnovo del ccnl”, è il commento dell'Istat.
Sottolinea ancora l’Istituto di statistica: la retribuzione oraria media nel periodo gennaio-marzo 2025 è cresciuta del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie a marzo 2025 segna un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 4% rispetto a marzo 2024; l'aumento tendenziale è stato del 4,9% per i dipendenti dell'industria, del 4,3% per quelli dei servizi privati e dell'1,7% per i lavoratori della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono: alimentari (+7,8%), settore metalmeccanico (+6,3%) e commercio (+6,1%). L'incremento è invece nullo per farmacie private, telecomunicazioni, regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale.
Nel primo trimestre del 2025, la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali rimane sostenuta nel settore privato ed è decisamente più contenuta nel settore pubblico. In termini reali si osserva un ulteriore recupero rispetto alla perdita di potere d'acquisto che si è verificata nel biennio 2022-2023, che tuttavia rimane ancora ampia: per il totale economia, le retribuzioni contrattuali reali di marzo 2025 sono ancora inferiori di circa l'otto per cento rispetto a quelle di gennaio 2021. Perdite inferiori alla media si osservano in agricoltura e nell'industria, mentre situazioni più sfavorevoli si registrano nei settori dei servizi privati e della pubblica amministrazione.
Giampiero Guadagni