Scendono oggi in piazza i lavoratori dei call center Wind-3 di Palermo,Roma,Cagliari e Genova. Lo sciopero di 8 ore è stato indetto dai sindacati di categoria, Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil, per protestare contro l'ipotesi di cessione di ramo d'azienda del servizio 133, che occupa in Italia 916 persone, delle quali oltre 300 solo a Palermo dove un corteo è partito da corso Vittorio Emanuele all'altezza dei Quattro Canti per giungere davanti la sede della Presidenza della Regione in piazza Indipendenza, dove i sindacati hanno chiesto un incontro al governatore.
I rappresentanti dei lavoratori avevano anche inviato le lettere al governo regionale e alla Commissione europea per coinvolgere le istituzioni nella vertenza. Il prossimo 20 giugno si terrà la notte bianca con una fiaccolata a piazza Verdi davanti il teatro Massimo, dalle 21 alle 24. Intanto oggi alle 18 l'assessore regionale alle Attività produttive, Mariella Lo Bello incontrerà i sindacati. "Ribadiremo il nostro no a questa ipotesi di cessione - spiega Tania D'Agostino, segretario organizzativo Fistel Cisl Sicilia e Rsu Wind-3 -. Gli indici macroeconomici dell'azienda relativi ai primi tre mesi del 2017 viaggiano con valori in incremento esponenziale, per questo non comprendiamo la scelta di cedere il ramo del servizio customer care, attivando un processo di precarizzazione per tutti i lavoratori". "In questi ultimi anni - scrivono i sindacati nella lettera inviata alla Regione - l'attivazione di questa procedura nel settore ha portato alla perdita di posti di lavoro, all'incremento di una conflittualità legale di durata pluriennale e all'abbassamento del salario e dei diritti dei lavoratori". Da qui la richiesta di un coinvolgimento del presidente della Regione per "un forte intervento istituzionale" sul Governo nazionale e sul Consiglio europeo per bloccare questa iniziativa che ha "un ruolo palesemente speculativo". Da domani e fino al 25 giugno i sindacati hanno indetto l'astensione della reperibilità, del lavoro programmato notturno e delle prestazioni aggiuntive.
Per tutelare diritti e professionalità dei lavoratori del call center di Genova, Cagliari, Roma e Palermo, che temono di perdere il lavoro gli operatori delle quattro sedi del neonato colosso hanno deciso di inviare una lettera appello ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, nella quale ricostruiscono fasi e tappe che hanno traghettato le due società (H3G e Wind) a fondersi e H3G dando vita a WindTre, "primo operatore nazionale - scrivono - per numero di clienti, che vuole investire in Italia e rimanere leader nel settore. "Non si riesce a comprendere l’intenzione dell’azienda a procedere all’esternalizzazione del servizio clienti consumer ex H3G (133), mediante lo strumento giuridico della cessione del ramo di azienda - si legge nella missiva. Si parla di esternalizzare e pertanto di precarizzare il lavoro attraverso un meccanismo futuro di aggiudicazione di gare al massimo ribasso che inevitabilmente si ripercuoterà sul lavoratore". "Abbiamo acquisito una professionalità - aggiungono i dipendenti - che solo pochi altri operatori possiedono, nel corso degli anni ci siamo specializzati in vari ambiti. Ci rivolgiamo - aggiungono - quindi, proprio a voi, per la tutela del nostro futuro, e per la difesa da questi giochi di potere, a voi chiediamo di opporvi con fermezza e di far valere la voce di ogni singolo lavoratore, in ogni sede istituzionale. Non è bastata Almaviva? La vertenza Gepin? Il fallimento di Omnia network?". "Ancora con più forza - concludono - vi chiediamo che l’unica intesa che l’azienda può individuare con il sindacato è la rinuncia a questa cessione del ramo d’azienda, l’unica vera garanzia a tutela dei dipendenti coinvolti".