Il governo fa la voce grossa con Whirlpool. Alla vigilia dell’incontro che vedrà la multinazionale sedersi al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico davanti ai sindacati, Luigi Di Maio conferma quanto era trapelato lunedì in serata: la direttiva che revoca gli incentivi concessi e blocca il pagamento di quelli non ancora erogati è pronta. ”Se vieni in Italia e prendi i soldi dello stato non è che poi te ne vai e chiudi gli stabilimenti tenendo un atteggiamento contrario ai patti”, attacca il ministro. Il riferimento è all’accordo siglato nell’ottobre scorso al Mise. La cessione dello stabilimento di Napoli, annunciata la settimana scorsa, è stata criticata duramente dai sindacati dei metalmeccanici, cui già non mancano i motivi di insoddisfazione per la congiuntura che attraversa l’industria italiana. Il caso Whirlpool si salda alla lunga catena di crisi aziendali che è una delle ragioni principali che porteranno Fim Fiom e Uilm a scioperare venerdì prossimo. Da parte sua l’azienda prova a correre ai ripari con dichiarazioni concilianti: mai parlato di chiusura, semmai ”siamo impegnati a trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e i massimi livelli occupazionali del sito”, sottolinea in una nota Whirlpool, che esprime ”rammarico per le dichiarazioni del ministro” e si dice disposta a lavorare per trovare ”una soluzione condivisa”.
Per Annamaria Furlan il fatto che l’azienda non parli più di chiusura ”è certamente una buona notizia, una marcia indietro positiva”. La segretaria generale della Cisl giudica positivamente anche l’iniziativa presa dal governo con la revoca dei finanziamenti: ”Finalmente ha battuto un colpo”, ora la speranza è che alle ”parole seguano i fatti”. In ogni caso, denuncia Furlan, troppe aziende si comportano in modo ”irresponsabile”. In Italia sono in ballo con le crisi industriali quasi duecento mila posti di lavoro ed il destino di tante famiglie - aggiunge - Lo sciopero e le manifestazioni dei metalmeccanici di venerdì avranno questo obiettivo: occorre una nuova politica industriale nel nostro paese ed un modello di sviluppo che valorizzi i nostri settori produttivi”.