"Pienamente riuscito". Così i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs descrivono lo sciopero per il rinnovo del contratto nazionale della vigilanza privata e dei servizi fiduciari scaduto nel 2015 e atteso dai 70mila addetti del settore. La protesta, articolata su due giorni a livello territoriale con manifestazioni e sit-in davanti le Prefetture, ha registrato a livello nazionale una media superiore al 70%, con punte del 100% nel comparto del trasporto valori e del 90% in quello della vigilanza fissa. "Nonostante le numerose precettazioni operate dalle imprese del settore i lavoratori hanno aderito in massa alla mobilitazione finalizzata ad accendere i riflettori sulle condizioni di lavoro in uno dei settori dei servizi che opera prevalentemente in appalto, dove le logiche del massimo ribasso e del subappalto si riflettono pesantemente sull'orario di lavoro e anche sulle retribuzioni esposte al dumping contrattuale. L'elusione delle norme contrattuali e di legge fa il paio con la proliferazione dei contratti pirata che irrimediabilmente riducono diritti e tutele e abbassano drasticamente il corrispettivo economico ai limiti della sostenibilità", si legge in una nota unitaria. Sullo sfondo la radicale trasformazione del comparto dei servizi in seguito alle recente evoluzione della compagine imprenditoriale (Sicuritalia-Ivri), alle recenti acquisizioni nonché dal lungo elenco di aziende cessate per mala gestione che evidenziano una mancanza di controlli puntuali e costanti da parte delle autorità competenti. La Fisascat Cisl rilancia "sulla necessità di rinnovare la contrattazione nazionale siglata dalle associazioni maggiormente rappresentative e invita le associazioni imprenditoriali di settore Univ, Anivip, Assiv, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Federlavoro e Servizi e Agci Servizi a fare un passo indietro rispetto alle posizioni assunte al tavolo di trattativa, al palo nonostante le numerose sollecitazioni dei sindacati". Salario, cambio di appalto, bilateralità, contrattazione di secondo livello, classificazione del personale, salute e sicurezza e welfare contrattuale sono solo alcune delle rivendicazioni dei sindacati, che hanno respinto fermamente le proposte imprenditoriali sul mercato del lavoro, sull'orario del lavoro e sul trattamento economico della malattia e dell'infortunio, tese per lo più a ridurre i diritti dei lavoratori e ad introdurre una flessibilità senza regole gestita ad appannaggio esclusivo delle imprese. Per la segretaria nazionale della Fisascat Cisl, Aurora Blanca, "necessita un intervento decisivo da parte dei due ministeri competenti, Lavoro e Interno, per riportare in auge il settore della sicurezza". "Si è tanto parlato di sicurezza nell'ultimo periodo ma nulla ancora si è fatto per ridare dignità a chi, mediante la propria opera quotidiana, è chiamato a garantire la sicurezza di beni e persone", ha detto Blanca. "Questo - ha aggiunto - è un comparto dove i rinnovi contrattuali avvengono con tempi biblici e ciò non è più tollerabile. Rinnovare un contratto - ha concluso Blanca - significa adeguare le norme e la retribuzione ma soprattutto riconoscere il ruolo fondamentale che gli addetti del comparto della sicurezza privata svolgono per la cittadinanza tutta". Lo sciopero è differito al 6 settembre per gli addetti alla vigilanza nei siti aeroportuali; entro il mese di settembre i sindacati convocheranno un Attivo nazionale delle Rappresentanze sindacali per definire i passi successivi della vertenza.