Ancora non del tutto sciolti i nodi sulla vertenza Elica. Rimangono infatti importanti distanze tra l’azienda e i sindacati, dopo l’intesa per la permanenza della produzione di Nikola Tesla, la cappa di punta della multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti in Italia.
Per ora sono 95 i posti di lavoro che saranno mantenuti nello stabilimento di Mergo, in provincia di Ancona, ai quali potrebbero esserne aggiunti altri 50 al rientro di ulteriori produzioni. Questo porterebbe a 145 il totale dei posti di lavoro salvaguardati per lo stabilimento di Mergo a fronte dei 409 annunciati nel piano strategico 2021-2023 su un totale complessivo di 560 dipendenti. Prevista anche la chiusura del sito di Cerreto D’Esi, sempre in provincia di Ancona.
Il piano però, per ora, è stato sospeso dall’azienda in attesa del termine della vertenza che si è aperta il 31 marzo scorso. “Le distanze restano ancora molto importanti, ma il Coordinamento sindacale è riuscito ad impegnare l’azienda a mantenere la produzione del Tesla, prodotto simbolo e di punta, in Italia, in aggiunta a quanto si era già ottenuto nei precedenti incontri” si legge nella nota del coordinamento sindacale unitario al termine del tavolo tecnico territoriale svoltosi nella sede di Confindustria Ancona.
Per i sindacati rimane ancora troppo alto il numero di persone che rischiano di essere escluse dal ciclo produttivo, inoltre, “una parte importante di modelli alto di gamma e assimilabili, continuano ad essere ritenuti non sostenibili da parte del management”.
I sindacati chiedono che le diverse questioni siano oggetto di discussione e valutazione e tornano a chiedere una immediata convocazione al Mise “per valutare gli strumenti che possono essere messi a disposizione di un progetto di reshoring che potrebbe essere costruito, in una prospettiva di lungo periodo, a salvaguardia dell’occupazione sul territorio e del patrimonio industriale del Paese”. In attesa di una convocazione al ministero sindacati e lavoratori confermano lo stato di agitazione e assicurano che nei prossimi giorni potrebbero continuare le azioni di lotta dentro e fuori le fabbriche, “anche con iniziative ad oltranza qualora si rendesse necessario”.
Sara Martano