Non si arrestano le esternalizzazioni nel Gruppo Unicredit. Per questo i sindacati hanno proclamato per oggi una giornata di sciopero. Dopo Uccmb, la società del Gruppo che gestiva le sofferenze, venduta lo scorso anno, continuano senza sosta le esternalizzazioni all'interno del Gruppo. Di scena stavolta il comparto di Ubis (la società che fornisce servizi operativi e di supporto alla rete commerciale di Unicredit) che gestisce le carte e che sarà ceduto a una interbancaria, la Sia, società partecipata della cassa depositi e prestiti, dopo la decisione assunta dal Cda il 3 agosto scorso e duramente contestata dai sindacati". Così in una nota Gabriele Urzì della segreteria nazionale di Gruppo First Cisl Unicredit e componente della delegazione trattante. "Abbiamo proclamato la protesta con un presidio in via Magliocco a Palermo oltre che sotto la sede di Unicredit a Milano - aggiunge - in quanto non possiamo condividere le scelte sciagurate di un management che continua a fare errori di valutazione, esternalizzando lavoratori e attività senza ritorni economici, distruggendo patrimoni professionali difficilmente recuperabili.
L'operazione questa volta riguarda principalmente piazze non presenti in Sicilia, ma preoccupano le affermazioni del nuovo Ad che ripropone, per il prossimo piano industriale di Unicredit, ancora tagli, cessioni di filiali e di partecipazioni, che in passato hanno determinato un impoverimento professionale e occupazionale, che soprattutto nel territorio siciliano e palermitano ha avuto ricadute importanti. Ormai i lavoratori vivono in un incubo, pensando solo a chi toccherà la prossima volta. L'anno scorso è stata ceduta Uccmb, con il passaggio di oltre 50 lavoratori di Palermo a Do Bank, una società esterna al Gruppo". "Sono operazioni che servono solo a "fare cassa" - continua Urzì - e lo sforzo del sindacato invece è rivolto a far cambiare strategia all'Azienda, ricercando soluzioni al proprio interno per trovare la forza di crescere non di esternalizzare. Operazioni come queste ipotecano il futuro di tanti colleghi alcuni ancora con una lunga ed incerta vita lavorativa davanti e rischia modi impoverire ulteriormente i livelli occupazionali di Palermo e della Sicilia".