Non intendono mollare i dipendenti di Unicoop Tirreno impegnati nel contrastare il piano di riorganizzazione dell’azienda che prevede cessioni e chiusure. La riunione al ministero dello Sviluppo Economico non è servita a sciogliere i nodi della vertenza che interessa i 5mila dipendenti della cooperativa di consumatori del sistema Coop. Grande partecipazione alla giornata di sciopero e al sit in organizzati da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs che hanno accompagnato l’incontro al Mise. In particolare il piano industriale la cessione di 8 punti vendita del Sud del Lazio a Pomezia, Fiuggi, Velletri, Aprilia, Genzano, Colleferro, Frosinone e il superamento della contrattazione integrativa e del patto occupazionale siglato nel 2017. Hanno preso parte all’incontro, oltre alle delegazioni sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs, i rappresentanti delle amministrazioni regionali Lazio e Toscana oltre ai rappresentanti degli schieramenti politici di maggioranza e opposizione. Posizione confermata dalla federazioni di categoria che hanno sollecitato no stop alla riorganizzazione, ribadito la forte preoccupazione sulla tenuta complessiva di Unicoop Tirreno sia da un punto di vista commerciale sia finanziario e patrimoniale. Vincenzo Dell’Orefice, segretario nazionale Fisascat, stigmatizza ”la manifestata volontà dell’impresa di procedere non solo alla cessione dei negozi nel Sud del Lazio, dove circa 270 lavoratori vivono nell’incertezza sul loro futuro occupazionale, ma anche rispetto al superamento della contrattazione integrativa e dell’accordo sull’occupazione che avrebbe avuto naturale scadenza al 30 giugno 2020”. Approfondimento domani su Conquiste Tabloid