Un tavolo nazionale sulla vertenza Sevel di Atessa (Chieti). Lo chiedono a gran voce, sindacati e istituzioni locali alla vigilia della ripartenza degli impianti della fabbrica, chiusa per un lungo periodo per la mancanza di componenti informatici. Nonostante la ripartenza degli impianti il programma della Sevel non prospetta niente di buono.
L’azienda ha annunciato la riduzione dei turni di lavoro da 18 a 15, con provvedimento che scatta da lunedì 27 settembre. Anche alla Manutenzione i turni diminuiscono scendendo da 20 a 18.
La nuova programmazione di lavoro porterà oltre 600 trasfertisti del gruppo Stellantis a tornare negli stabilimenti di appartenenza, mentre 300 lavoratori somministrati e di staff-leasing non vedranno rinnovato il loro contratto.
In una nota congiunta le organizzazioni Nidil - Cgil, Felsa - Cisl e UilTemp - Uil lanciano un grido di allarme per lavoratrici e lavoratori ancora una volta lasciati nel dimenticatoio.
Dal prossimo primo ottobre infatti 300 lavoratori somministrati, sui 730 attualmente occupati, non torneranno in fabbrica e rimarranno senza lavoro. “La notizia - dicono i tre sindacati - non può che destare grande preoccupazione e profondo sdegno perché, come sempre, i primi a perdere il posto di lavoro sono l’anello più debole della catena. Ci troviamo di fronte alla consueta modalità per la quale questa categoria viene messa alla porta, senza preavviso e con estrema facilità, nonostante abbiano contratti e missioni a tempo indeterminato e nonostante siano quella parte operativa senza risparmiarsi”. Per i somministrati della Sevel si interrompe un percorso professionale visto che erano stati contrattualizzati un anno fa come staff leasing dopo anni di contratti a tempo determinato. “Siamo pronti a fare la nostra parte - continuano i sindacati - e non ci rassegniamo all’idea che i primi a pagare queste decisioni unilaterali siano i somministrati che danno il massimo tutti i giorni”.
I sindacati fanno anche notare che il sistema della somministrazione contempla la possibilità di fare ricorso agli ammortizzatori sociali previsti proprio per far fronte a situazioni contingenti. “Le scelte di Stellantis - concludono - stanno vanificando gli sforzi e l’impegno profuso dai lavoratori e creando perdite in un settore che utilizza fondi auto prodotti dalla somministrazione stessa. Sul solo settore somministrazione nella Val Di Sangro il collasso o la riduzione di un’azienda porterebbe conseguenze disastrose su tutte le altre”.
Intanto i 52 sindaci del comprensorio Frentano e della Val di Sangro si stanno facendo sentire e hanno deciso di chiedere un incontro anche con Stellantis. Nei giorni scorsi avevano già scritto al ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti chiedendo al più presto un incontro e annunciano che intendono chiedere che si apra un tavolo nazionale sulla vertenza Sevel.
Sara Martano