Sciopero, il 31 maggio, dei lavoratori di tutti gli stabilimenti Tirreno Power. Lo sciopero è stato dichiarato dalle segreterie Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil. "Già da tempo - si legge in una nota - abbiamo inviato una richiesta di convocazione agli azionisti che detengono posizioni di maggioranza all’interno del cda di Tirreno Power, richiesta che non ha avuto alcun seguito. Ora siamo a uno snodo fondamentale con la scadenza a breve dei contratti di solidarietà e con un piano industriale di cui non siamo a conoscenza. Crediamo sia giunto il momento che chi detiene la maggioranza della proprietà di Tirreno Power comunichi a queste segreterie nazionali e alle istituzioni più in generale le volontà che si intendono mettere in campo per la salvaguardia di tutto il personale occupato". Secondo i sindacati di categoria "questo livello di interlocuzione è assolutamente indispensabile perchè nelle vicende passate e future di Tirreno Power, gli azionisti hanno avuto e avranno responsabilità precise". I sindacati richiedono nuovamente "un incontro urgente per affrontare i problemi sorti in questi anni e non risolti ma, soprattutto, per valutare le reali volontà circa i piani industriali che si intendono mettere in campo, utili a salvaguardare l’occupazione".
A subire le conseguenze della crisi sono circa 190 lavoratori, di cui oltre 100 della centrale di Vado Ligure, dove il sequestro della magistratura delle unità a carbone ha già comportato la fuoriuscita dal lavoro di 70 dipendenti diretti, con un organico passato da 240 unità a poco più di 160 e ha coinvolto in modo drammatico i lavoratori dell'indotto, per i quali si parla di circa 850 famiglie coinvolte. "In autunno -ricordano i sindacati - scadranno i contratti di solidarietà che oggi coinvolgono tutti i lavoratori di Tirreno Power e se la proprietà non presenta un piano industriale degno di questo nome, non si possono prorogare gli ammortizzatori sociali e non resta altra strada che quella dei licenziamenti". Infine, i sindacati hanno ribadito la richiesta fatta al ministero dello Sviluppo Economico per l'avvio di uno specifico tavolo di crisi per la vertenza Tirreno Power e la riattivazione di quello sull'intero settore della produzione termoelettrica.