Resta pesante il clima sindacale nel settore delle Tlc. E non solo per le tante crisi aperte tra le aziende di call center (Almaviva in testa), ma anche per la difficile trattativa negoziale portata avanti dalle federazioni di categoria Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil con Asstel Confindustria per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, aggravata dalla disdetta unilaterale da parte di Tim degli accordi integrativi aziendali. Proprio quest'ultima vicenda è all'origine della protesta che oggi alle 15 porterà i dipendenti Tim di Roma a manifestare davanti alle sedi di corso Italia e di Parco dei Medici e quelli di Frosinone attuare un sit-in davanti la sede di via Valle Fioretta. Si tratta solo dell'ultima delle iniziative attuate dai sindacati a livello locale, che nei giorni scorsi sono scesi in piazza anche a Pisa, Bari, Catania, Ancona, Bologna, Lecce, Cagliari, Palermo e Messina, in vista dello sciopero nazionale proclamato per il prossimo 13 dicembre.
Le motivazioni della vertenza sono tante. “In primis una politica aziendale basata su tagli indiscriminati, inutili e dannosi, che si sommano a una riduzione salariale di cinque anni, dovuta ai contratti di solidarietà e alla mortificazione professionale del personale, cui si toglie lavoro per affidarlo ad altre aziende” spiegano in una nota le segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil di Roma e Lazio: “Non servono operazioni di facciata, di puro make up, avvicendando ogni tre anni amministratori delegati e direttori generali. Occorre un piano industriale che dia prospettive per il futuro e faccia uscire il personale da una condizione di precarietà e di crisi endemica, che si ripercuote sulle performance e sui risultati”.
I sindacati chiedono “una politica attiva, capace di costruire consensi e alleanze, interne ed esterne, per evitare multe milionarie e competere in un mercato sempre più aggressivo, raccogliendo le sfide riguardanti la fibra ottica, le nuove tecnologie, i nuovi servizi all’utenza. Occorre una politica capace di dare fisionomia alla divisione Information e Technology”. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil rimarcano la necessità per Tim “di stabilità e continuità manageriale per difendere e valorizzare il proprio patrimonio professionale attraverso la rimotivazione dei dipendenti, la restituzione della fiducia, l’aggiornamento professionale, la ricollocazione. Una politica di nuove assunzioni, che può realizzarsi chiudendo una volta per tutte la stagione della solidarietà”.
Ma questa vertenza è anche strettamente correlata alla trattativa per il rinnovo contrattuale di tutto il settore Tlc. E questo per la ragione che Telecom è senza ombra di dubbio l’azienda più rappresentativa del comparto, in grado di influenzare pesantemente l’andamento della trattativa con Asstel. Il punto fondamentale per il sindacato è che la produttività e la competitività necessaria alle imprese non può passare per l’abbattimento dei diritti dei lavoratori. Ciò che di fatto sta già accadendo nelle aziende dei call center e che ora rischia di trasferirsi a tutto il settore.