Con il 94% dei voti favorevoli i lavoratori dell’Ilva di Taranto hanno detto sì all’accordo firmato dai sindacati con ArcelorMittal. In precedenza era arrivato il via libera degli altri stabilimenti, sempre con percentuali attorno al 90%. Un’affermazione prevista considerando che l’intesa con il gruppo indiano è stata sottoscritta da tutte le sigle dei metalmeccanici. La lettura condivisa del voto è che i lavoratori hanno condiviso e sostenuto l'accordo che mette in sicurezza 10.700 posti di lavoro, di cui 8200 a Taranto, sui 13500 circa complessivi del gruppo. Per il segretario generale della Fim Marco Bentivogli "con la ripartenza dell'Ilva il nostro sistema industriale segna un punto importante al suo attivo, però il fatto che lo spettro della chiusura abbia per lungo tempo aleggiato su Taranto dimostra l'immaturità delle nostre classi dirigenti”. Dopo il voto Bentivogli ha polemizzato con il ministro dello Sviluppo Economico Di Maio, che rivendicato al governo il merito di aver chiuso la trattativa senza far cenno ai sindacati. Anche per Annamaria Furlan il risultato del referendum è ”una bella notizia”. La segretaria generale della Cisl sottolinea che ”è stata premiata dai lavoratori una linea responsabile del sindacato. Ora l’azienda rispetti tutti i punti dell’accordo, rilanciando la produzione con i necessari investimenti sia per la tutela ambientale, sia per l’occupazione e la sicurezza dei lavoratori”.
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