Volano i ricavi di Stellantis nel primo semestre dell’anno, il piano di sinergie porta già 1,3 miliardi di benefici di cassa.
I conti positivi permettono di migliorare i target per il 2021 e spingono il titolo che chiude a +4%. L’ad Carlos Tavares parla di “importanti risultati finanziari” ai quali “si affiancano progressi significativi su questioni strategiche relative all’accelerazione nel campo dell’elettrificazione e del software, pilastri fondamentali della nostra strategia”.
Tavares spiega che Alfa Romeo sarà tutta elettrica dal 2027, Lancia dal 2024. Sono in corso colloqui con il governo per la Gigafactory annunciata per Termoli nell’Electrification Day e va avanti la trasformazione dello stabilimento di Ellesmere Port, nel Regno Unito, nella prima fabbrica della società dedicata solo ai Bev dalla fine del 2022.
La strategia sull’elettrico va avanti a tutta velocità ma i conti non tranquillizzano i sindacati.
“Il tema dell’accelerazione sull’elettrico ci preoccupa perché ha un impatto sui costi, si può ragionare purché non ci siano conseguenze sull’occupazione e sugli stabilimenti”, afferma Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl.
Dai sindacati sì alla spinta verso l’elettrico, dunque, purché si abbiano anche risposte concrete sulle prospettive future degli oltre 7mila lavoratori in Italia che operano sui motori tradizionali, a cui bisogna aggiungerne altrettanti nella componentistica dell’indotto. “L’arco temporale che abbiamo di fronte è molto stretto - continua Uliano - servono risposte che rassicurino nel breve periodo sia i lavoratori che il Paese”.
Gli obiettivi annunciati entro il 2030 da Stellantis nell’Electrification Day guardano a un obiettivo del 70% di elettrico nelle produzioni per Europa e il 40% delle produzioni per gli Usa. Obiettivi quest’ultimi che diventano ancor più stringenti con le direttive “Fit For 55” annunciate dall’Europa: stop alle produzioni di motori a benzina e diesel entro il 2035.
Un periodo di tempo molto stretto che espone tutto il settore a preoccupanti ripercussioni sul piano occupazionale, in particolare per le fabbriche di motori e cambi presenti in Italia, a cui si aggiungono poi tutte le imprese della componentistica dell’indotto e della manutenzione. Per il sindacato non si può attendere oltre senza sapere quale scelte Stellantis vuole intraprendere su questo versante. “Le pressioni degli ultimi mesi che abbiamo attuato verso il Governo e verso Stellantis, hanno consentito di definire un impegno preciso sulla costruzione della terza gigafactory del gruppo in Italia, vincendo la competizione di altri paesi - spiega Uliano - . Questo ci ha consentito di mettere in sicurezza per il futuro la fabbrica di motori di Termoli, con i suoi 2400 lavoratori. Rimane ancora aperta però la partita per gli altri due stabilimenti di motori, quello VM di Cento (Ferrara) e quello di Pratola Serra (Avellino), a cui si aggiungono i due stabilimenti che lavorano sui cambi, Mirafiori e Verrone (Vercelli)”.
I sindacati incalzano e già a partire da settembre, dopo la pausa estiva, chiedono l’apertura di un confronto con i vertici di Stellantis Europa e il Ministero dello Sviluppo Economico. “Dobbiamo costruire le garanzie necessarie per governare questo processo - conclude Uliano - che vedrà una erosione nei volumi sui motori endotermici, definendo anche quali sono gli interventi di reindustrializzazione, sia sul fronte della componentistica elettrica che ruoterà intorno alle nuove motorizzazioni, ma anche al tema dei semiconduttori. Inoltre ci sono aspetti di cambiamento delle competenze professionali che dovranno investire i lavoratori sia negli ambiti della ricerca, della progettazione ma anche della fabbricazione”.
Insomma, la partita è ancora tutta da giocare. Al riguardo le organizzazioni sindacali lanciano un appello alle istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali, perché facciano fronte comune per accompagnare e mettere sotto tutela sociale ed economica queste importanti realtà industriali del nostro territorio.
Sara Martano