Sta volgendo a conclusione la vertenza dei 75 lavoratori dello stabilimento Santa Croce di Canistro (L’Aquila). L’azienda ha infatti corrisposto il trattamento di fine rapporto (Tfr) a 38 ex lavoratori dello stabilimento produttivo di Canistro per complessivi 511 mila euro, ponendo fine alla controversia legale intentata appunto dai lavoratori contro l’azienda di imbottigliamento dell’acqua minerale.
La Santa Croce aveva già provveduto al saldo del Tfr con altri 25 ex addetti, quindi è stata quasi chiusa la partita della vertenza dei 75 dipendenti che fino a circa due anni fa lavoravano nel centro produttivo del comune marsicano, considerando che 7 persone sono state riassorbite dall’azienda nella sua attività industriale rimasta a Canistro.
La società era stata costretta a licenziare il personale dopo la revoca da parte della Regione Abruzzo della concessione delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro, atto impugnato dal sodalizio dell’imprenditore molisano Camillo Colella che ha in corso con l’ente regionale un serrato scontro penale e civile. “Abbiamo chiuso la vicenda del Tfr ma continuiamo il contenzioso perchè riteniamo che l’azienda abbia subito danni”spiega Colella che accusa: “Se il clima non fosse stato invelenito strumentalmente da Comune e Regione si sarebbero potuti salvaguardare posti di lavoro, produzione e indotto”. L’azienda assicura ancora Colella è solida e pronta a reinvestire a Canistro.
Anche la Fai Cisl attende risposte da Comune e Regione per la situazione venutasi a creare e la perdita di molti posti di lavoro. Da qualche anno, infatti, l’acqua minerale finisce nel fiume Liri dopo che anche l’ultimo bando regionale non ha individuato il concessionario, visto che il gruppo nazionale Norda, aggiudicatario provvisorio nel marzo 2017, ha rinunciato alla gara chiedendo i danni all’ente regionale nell’ambito di un ricorso al Tar per impugnare alcuni adempimenti da presentare al Via.
Nel frattempo i lavoratori ex Santa Croce sono in attesa di risposte chiare sul futuro che li attende.
“Non bisogna demoralizzarsi - afferma la Fai Cisl regionale - anzi occorre continuare a battersi con maggiore determinazione affinché le Istituzioni preposte indichino un percorso ed un crono programma certi per creare le condizioni affinché a Canistro si torni ad imbottigliare acqua minerale e a generare buona occupazione e benessere per il territorio”.