Governo e Regioni latitanti sul rinnovo contrattuale della sanità pubblica, rinnovo che manca da almeno dieci anni. La denuncia arriva dai sindacati di categoria che ieri avrebbero dovuto essere convocati dall'Aran per attivare un tavolo di confronto tra organizzazioni sindacali, Governo e Regioni, cosa che invece non è accaduta. La convocazione, peraltro, era stata presa come impegno dal ministro della Salute, il 13 marzo scorso in un precedente confronto quando, dopo mesi di stallo, i sindacati avevano acconsentito a revocare lo sciopero generale della sanità. "Se non vedremo, in tempi brevi, risposte tangibili le reazioni dei sindacati e dei singoli dirigenti medici e sanitari in ogni sede di lavoro saranno sorprendenti". Lo scrive in una nota l'Intersindacale, che riunisce le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria (Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Cisl Medici, Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn, Federazione Veterinari e Medici, Uil Fpl Coordinamento nazionale delle Aree contrattuali medica, Veterinaria Sanitaria, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici.
"Avevamo immaginato che il tempo concesso avrebbe sciolto qualcuno dei nodi che blocca l’agognato rinnovo - riflettono i sindacati. La situazione ormai è da allarme rosso e la mancanza di segnali sta incentivando il disagio dei sanitari che cercano vie di fuga dagli ospedali e dai servizi (quota 100) oltre che allungare le liste d'attesa che il ministro Grillo attribuisce disinvoltamente all'intramoenia".
I sindacati dei medici non hanno alcun dubbio: "Il tempo è ormai un elemento critico e dirimente di questa contrattazione. Sia per i 10 anni di attesa, sia per le settimane e i mesi di inerzia di questa fase negoziale. Il tempo che abbiamo concesso a Governo e Regioni - concludono - sta per scadere".