La Saint-Gobain ritiri i licenziamenti e avvii un confronto sul futuro del sito produttivo di Pisa. Queste le richieste avanzate non solo dai lavoratori e dal sindacato, ma anche dal consiglio comunale, dopo che l’azienda ha avviato la procedure di licenziamento per 29 dipendenti su un totale di 300.
Fino ad oggi, nonostante le ripetute richieste delle organizzazioni sindacali, la società non ha mostrato alcuna intenzione di retrocedere. “Alla base non c'è una crisi di mercato, né un calo di lavoro - spiegano Loris Mainardi (Cgil) e Vincenzo Familiari (Cisl) - ma una vera e propria ristrutturazione aziendale, dovuta all’applicazione di un nuovo possibile modello di lavoro che riduce il ricorso alla manodopera”. I licenziamenti - fanno sapere i sindacalisti - colpiranno tanto il personale dedicato al ciclo produttivo quanto quello impiegatizio, inoltre sono previste esternalizzazioni per sostituire i licenziamenti.
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno anche perchè “nel 2019 lo stabilimento di Pisa ha festeggiato i 130 anni di attività, durante i quali la società si è radicata al territorio, rendendo lo stabilimento un elemento fondamentale sia per l’economia locale che per quella nazionale”sottolinea il vicesindaco Raffaella Bonsangue che continua: “Come amministrazione, siamo profondamente preoccupati per la situazione che si è venuta a creare, in un momento molto difficile come questo e per questo motivo, ci attiveremo nelle sedi istituzionali per comprendere e seguire l’evolvere delle situazioni e per tutelare il mantenimento dei livelli occupazionali”.
Da parte sua l’azienda si giustifica sostenendo che la situazione del mercato italiano del vetro piano registra uno scompenso dell’equilibrio tra domanda e offerta. Scompenso aggravato anche dalla “ripartenza nel 2019 di un forno nel sud Italia da parte della concorrenza che ha determinato una sovracapacità rispetto alle richieste del mercato italiano. Questo - spiega la Saint Gobain in una nota - ha creato un problema di competitività importante, che ha portato la società a predisporre un piano di riorganizzazione per il recupero di redditività attraverso un intervento di riduzione dei costi fissi dello stabilimento di Pisa che, se non attuato, metterebbe a repentaglio un equilibrio economico sostenibile per il business”. Inoltre sostiene l’azienda “i risultati economici del 2020 sono stati particolarmente negativi (impattati anche dalla crisi Covid-19), e purtroppo anche il primo semestre 2021 registra una perdita operativa significativa, che conferma la necessità di interventi strutturali”.
La preoccupazione dei sindacati è alta perché il taglio rappresenta il 10% della forza lavoro pisana e perché l’azienda non sembra aperta a nessuna ipotesi di compromesso, ricorrendo a forme alternative ai licenziamenti.
Sara Martano