Il primo atto del neo ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, è stato quello di incontrare lavoratori che consegnano in bicicletta. I cosidetti riders che, secondo il leader del M5S “sono il simbolo di una generazione abbandonata, che non ha tutele e a volte nemmeno un contratto”.
"Ci rivedremo tra una settimana, dobbiamo trovare una soluzione", ha fatto sapere il vicepresidente del Consiglio. Un incontro "conoscitivo in cui il ministro ha fatto molte domande", hanno spiegato al termine della riunione i Riders di Bologna.
L'obiettivo è di aprire un tavolo di trattativa nazionale con lavoratori, piattaforme di food delivery virtuose e governo. I giovani chiedono che le finalità della Carta dei diritti firmata a Bologna sia allargata a tutto il territorio nazionale.
Una posizione condivisa anche dalla Cisl, che già ieri per voce del segretario generale aggiunto, Luigi Sbarra, aveva commentato positivamente la disponibilità annunciata da Foodora e da altre società della Gig Economy a confrontarsi a livello nazionale per regolare i diritti dei sempre più numerosi lavoratori impiegati in questo settore, finora privi di contratti collettivi.
“E' ormai tempo di costruire un confronto nazionale che fornisca diritti e tutele concrete per i riders, aprendo un vero negoziato che coinvolga direttamente associazioni datoriali e società che gestiscono le piattaforme digitali, ministero del Lavoro ed Inps, organizzazioni sindacali confederali e di categoria", si legge nella nota diffusa da Via Po. “La Cisl è pronta”, ha detto Sbarra, per il quale “diventa necessario ed urgente che i responsabili di tutte le più grandi piattaforme si siedano con il sindacato nazionale attorno ad un tavolo per avviare un confronto specifico finalizzato alla ricerca di soluzioni”.
( Approfondimento di Sara Martano domani su Conquiste Tabloid)