Oggi protestano i dipendenti di Province e città metropolitane. A proclamarlo sono stati i sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil. Lo stop è previsto per l’intera giornata. I sindacati stimano che circa "22 mila lavoratori incroceranno le braccia, per denunciare la "migrazione forzata" di oltre 16 mila dipendenti da Province e Città metropolitane verso altri enti, una riduzione di spesa pari a 4,3 miliardi dal 2013 a oggi, 38 province ordinarie in un pericoloso stato di squilibrio economico". Tra le rivendicazioni del sindacato, anche la questione rappresentata dai centri per l’impiego, per cui si chiedono "risorse e la stabilizzazione dei precari".
''Con la mobilitazione vogliamo inviare un messaggio chiaro al governo affinché dia risposte ai cittadini, indicando, nel futuro sistema di governance, quale ruolo intende dare alle Province e alle Città Metropolitane. Non è più possibile lasciare senza risposta le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori''. Lo dichiara Maurizio Petriccioli, commissario della Cisl Fp. ''Il perdurante impoverimento di questi enti, titolari di fondamentali compiti come la manutenzione delle strade e delle scuole - prosegue - non ha solo compromesso l'erogazione dei servizi ai cittadini, ma ha pesantemente penalizzato le lavoratrici e i lavoratori che soffrono la decurtazione dei salari, il dimensionamento degli organici e un aumento costante del carico di lavoro determinato da un insostenibile blocco del turnover". ''Il governo - conclude Petriccioli - definisca con le organizzazioni sindacali un piano di spesa per permettere l'erogazione dei salari, il sostegno agli enti in stato di dissesto e la tutela dei servizi in un ente che, dalla legge Delrio ad oggi, ha subito una continua riduzione della spesa corrente con tutto ciò che questo comporta. In mancanza di risposte chiare non vi è altra strada che informare i cittadini in merito alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori che protestano a tutela della loro professionalità e del loro futuro''.