Sciopero generale di Poste Italiane Spa indetto oggi per l’intera giornata dalle segreterie nazionali Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confsal e Ugl. Sono in programma manifestazioni in ogni regione e un presidio di fronte la sede della Borsa in Piazza Affari a Milano. La mobilitazione sindacale si oppone alla decisione del Consiglio dei Ministri di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% della società e del conferimento a Cassa Depositi e Prestiti del rimanente 35% del capitale, con l’uscita definitiva del Ministero dell’Economia dall’azionariato di Poste Italiane, minando così i vecchi assetti societari e il controllo pubblico in Poste Italiane.
"Lo sciopero odierno di lavoratrici e lavoratori di Poste testimonia il disagio e la preoccupazione di una categoria nei confronti di un processo di privatizzazione dell’azienda che è un vero salto nel buio senza quel necessario coinvolgimento del sindacato e dei lavoratori nel processo di riorganizzazione". Lo ha dichiarato la segreteria generale della Cisl, Annamaria Furlan, oggi a Castelfranco Veneto dove nel pomeriggio parteciperà ai funerali di Tina Anselmi. "Il Governo farebbe bene a convocare il sindacato e ridiscutere il processo della privatizzazione delle Poste e delle altre aziende pubbliche. Noi pensiamo che sia del tutto improprio in un momento come questo, tra l’altro con una situazione instabile come quella che viviamo dei mercati finanziari, pensare ad un’ulteriore tranche di privatizzazione di Poste", prosegue Furlan in una nota. "Quindi fermare in questo momento la privatizzazione credo sia assolutamente doveroso", aggiunge.
"Una privatizzazione che ha il solo scopo di fare "cassa" e recuperare qualche miliardo di euro per ridurre in quantità insignificante il debito pubblico, ma che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto da Poste Italiane sull’intera nazione" hanno replicato i sindacati.
Oltre agli assetti societari lo sciopero ha l'obiettivo di portare all'attenzione anche altre questioni irrisolte che preoccupano i dipendenti e la comunità tra cui la chiusura totale o parziale di numerosi uffici postali in tutto il territorio nazionale tra cui quelli che già hanno chiuso i battenti in Brianza (vedi Agliate, Capriano, AgrateB.za) e l’avvio della consegna della corrispondenza a giorni alterni, i cui effetti deleteri già si registrano nei centri di recapito di molte province Lombarde.