Cevital se ne va, largo a Jindal. Dopo quattro giorni di negoziato al ministero dello Sviluppo Economico le acciaierie di Piombino passano di mano: dal gruppo algerino che le aveva rilevate nel 2015, ribattezzandole Aferpi, con l’accordo di programma siglato da governo e Regione Toscana, alla società di Sajjan Jindal, secondo produttore indiano e trentesimo a livello globale. La cifra pagata da Jindal è di 55 milioni di euro, cui va aggiunto il cosiddetto trade working capital (asset) per arrivare a circa 90 milioni. Tutto per un'intesa che prevede la ripresa della produzione dei laminati e, in prospettiva, il rilancio nell'area di Piombino della produzione di acciaio.
Jindal vuole far ripartire la produzione in tempi stretti con i treni di laminazione, ma non vuole limitarsi a vergella e rotaie come in passato. Per questo intende aggiungere una produzione di laminati piani. Piombino arriverebbe così a sfornare tre milioni di tonnellate l’anno di acciaio. Perché ciò avvenga è però necessario investire. Jindal vuole infatti dotare lo stabilimento di un nuovo forno elettrico, la cui costruzione richiede, solo per la fase di studio, circa un anno e mezzo. Oltre che del piano industriale il gruppo indiano intende discutere con i sindacati anche dell’organico.
Non ci dovrebbero essere problemi ad assorbire la totalità dei lavoratori, che nel giro di quattro anni dovrebbero passare dagli attuali duemila a circa 1500 grazie all’uscita di quanti matureranno il diritto alla pensione.
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