Cortei, presidi, scioperi e manifestazioni. Ci sono voluti mesi di proteste sindacali ma alla fine la battaglia è servita: la Pernigotti, nota azienda dolciaria piemontese con 160 anni di storia, è salva. La notizia è arrivata durante la presentazione in video conferenza al ministero dello Sviluppo Economico, del nuovo piano industriale della proprietà turca.
La famiglia Toksoz, che nell’autunno del 2018 aveva annunciato l’intenzione di esternalizzare le attività, porterà nello stabilimento in provincia di Alessandria due nuove linee di produzione, oltre a riammodernare quelle esistenti.
“Una buona notizia per Novi Ligure - commenta a caldo il sindaco Gian Paolo Cabella -. Rilanciare la produzione dello stabilimento cittadino, riorganizzandolo, non può che farci piacere”.
Sono tre gli interventi strategici previsti dal piano industriale: sullo stabilimento di Novi Ligure, sullo staff di Milano e sulla rete commerciale italiana.
L’obiettivo, spiega l’azienda, è “il consolidamento e lo sviluppo nel settore confectionary”. Il progetto di insourcing produttivo, in particolare, prevede il trasferimento dalla Turchia al Piemonte della produzione delle creme spalmabili. Le funzioni di staff saranno riunite presso una sede unica a Milano, in modo da garantire una maggiore sinergia ed efficienza professionale, mentre le attività commerciali - si legge nel piano industriale - verranno riorganizzate in sintonia con lo sviluppo della richiesta del mercato. Ad agosto partirà la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione per 50 dipendenti a Milano e 59 a Novi Ligure (Alessandria).
Soddisfatto il sindacato dopo l’illustrazione del piano industriale. “A partire dal 3 agosto - afferma il segretario Fai Cisl Alessandria-Asti, Enzo Medicina -, ci sarà un anno di cassa integrazione per la riorganizzazione, a zero esuberi. Il piano industriale prevede un investimento fino a 5 milioni di euro in modo da poter ammodernare gli impianti e fare interventi sullo stabilimento per passare da una produzione stagionale ad una continuativa. Ci sarà poi la produzione a Novi Ligure di prodotti che ora vengono fatti in Turchia, tra cui la crema che è un prodotto di punta. Questo sarà propedeutico per rilanciare lo stabilimento e tutelare l’occupazione”.
Sulla stessa linea anche il segretario nazionale Fai Cisl, Roberto Benaglia, che però avvisa: “Finalmente vediamo i primi passi verso la continuità produttiva e occupazionale, come chiedevamo da tempo, ad oggi possiamo dire che la vertenza ha trovato un punto fondamentale di chiarezza con l’attuale gestione della Pernigotti, con un piano industriale affiancato a un piano degli ammortizzatori sociali. Ma la vertenza non è chiusa - conclude il sindacalista -, servirà un monitoraggio costante e la massima attenzione da parte di tutte le istituzioni affinché l’azienda torni ad essere simbolo positivo del Made in Italy nel mondo grazie alla qualità delle proprie produzioni e dell’occupazione”.