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Ex Ilva

Non fermate quell’impianto

I comportamenti di ArcelorMittal per perseguire l’”illegittimo intento” di sciogliere il contratto d’affitto dell'ex Ilva ”sono stati programmati per recare il maggior possibile livello di devastante offensività”. E' scritto nel ricorso cautelare depositato, tramite i legali, dagli ex commissari contro l'iniziativa del Gruppo avvenuta ”senza alcun preavviso” e la disponibilità ”ad un esame congiunto della situazione per l'adozione di un piano condiviso" per garantire la "continuità dell'attività”. Nel ricorso depositato venerdì, il cui contenuto è rivelato lunedì, i commissari parlano di inadempimento "plateale e conclamato".

Sul ricorso il Tribunale di Milano ha fissato l’udienza al 27 novembre, invitando ArcelorMittal ”a non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti” dello stabilimento siderurgico. La decisione sul ricorso arriverà entro il 4 dicembre, giorno in cui ArcelorMittal è intenzionata a lasciare Taranto.

Lunedì mattina a Taranto il Consiglio di fabbrica ha deciso di chiedere ”il rispetto dell'accordo ministeriale del 6 settembre 2018, la sospensione immediata delle procedura ex. art.47 da parte della multinazionale per porre definitivamente fine al caos generato che rischia di far implodere lavoratori e cittadinanza e garanzie della continuità produttiva con sospensione immediata della procedura del piano di fermata”. Nella nota congiunta di Fiom, Uilm e Fim si evidenzia che ”in attesa dell'incontro con Confindustria si richiede l'immediata sospensione delle procedure di cassa integrazione e di provvedere a regolare pagamento delle retribuzioni dei lavoratori e un programma di assemblee con i lavoratori”. In caso di mancate risposte da parte di ArcelorMittal e governo ”si programmerà una mobilitazione di gruppo a Roma per impedire il disastro sociale e ambientale irreversibile di un territorio già fortemente provato”.

Osserva il segretario della Fim Cisl Taranto, Biagio Prisciano: ”I lavoratori di ArcelorMittal sono molto preoccupati e penso che il dibattito del consiglio di fabbrica sia stata l’espressione evidente di questa preoccupazione. Non si intravvede alcuna schiarita e quel che è peggio è che il Governo annaspa”.

Martedì mattina a Taranto i sindacati incontrano Confindustria e chiederanno di fermare le procedure di ricorso alla cassa integrazione che ha avviato per le imprese dell'indotto-appalto siderurgico; e anche risposte sul pagamento degli stipendi.

Nella vicenda della ex Ilva ”serve un'azione di grande responsabilità da parte del governo e dell'impresa finalizzata ad allontanare l'ipotesi di spegnimento progressivo degli impianti e di conseguente perdita della produzione dell'acciaio in Italia”, sottolinea il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra, secondo il quale ”l'azienda deve ritirare la procedura di recesso e sedersi a un tavolo con il governo e i sindacati rimettendo al centro l'accordo. Il governo contestualmente deve ripristinare le condizioni di protezione legale senza le quali è difficile salvare la produzione e i posti di lavoro”.

Aggiunge Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl: ”Un governo in un accordo sindacale deve sempre essere garante, è chiaro che se ogni 6 mesi cambia le regole del gioco, cessa di essere garante e indebolisce tutti. Servire su un piatto d'argento un alibi per andare via è una cosa folle”.

E lunedì sera i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Furlan e Barbagallo, vengono ricevuti al Quirinale dal Presidente della Repubblica Mattarella. L’incontro era stato richiesto dai tre sindacati proprio per approfondire i temi della vicenda ex Ilva e per analizzare la gravità della crisi industriale che investe in questo momento tanti poli produttivi del Paese.

( 18 novembre 2019 )

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