Non si ferma la protesta dei pastori sardi. E la vertenza sul prezzo del latte rischia di diventare un problema di ordine pubblico. Nonostante l’approvazione della controproposta degli allevatori nell’assemblea di martedì a Tramatza (80 centesimi al litro subito e 1 euro a fine stagione), che sarà presentata al tavolo del Governo in programma oggi a Roma, ieri è stata un’altra giornata di proteste sull’isola.
Di primo mattino un gruppo di circa 40 manifestanti ha bloccato una corsia della Statale 195 tra Cagliari e Pula all’altezza di Su Loi, nel Comune di Capoterra, a pochi chilometri dal capoluogo sardo. Un camion è stato piazzato sulla strada in modo da limitare il passaggio di auto e Tir, comprese numerose cisterne di carburante che fanno la spola, soprattutto nelle ore diurne, tra la vicina Saras, la più grande raffineria del Mediterraneo per capacità produttiva, e le principali arterie stradali della Sardegna. Mentre un altro blocco stradale è stato organizzato sulla statale 131 nel Nuorese, al chilometro 107 all’altezza di Posada, con deviazione del traffico pesante a sud, al chilometro 70, e a nord, al chilometro 130, dove un centinaio di pastori hanno sversato diversi quintali di latte dal cavalcavia sulla Carlo Felice.
Intanto un nuovo blitz degli ”incappucciati” è stato portato a termine a danno di un autotrasportatore, bloccato lungo la Provinciale 77 all'altezza di Tratalias (nel Sulcis Iglesiente) da quattro persone con il volto coperto e costretto a versare migliaia di litri di latte sul terreno.
Ieri, nella sede del Caip della Polizia ad Abbasanta (Or), c’è stata una riunione dei Questori e dei dirigenti della Digos delle quattro questure sarde per valutare i problemi di ordine pubblico riguardo ai blocchi stradali ed alle elezioni regionali di domenica prossima.