La mancata approvazione della norma sullo scudo legale per ArcelorMittal comincia già a produrre i suoi effetti. I sindacati dei metalmeccanici, che vedono materializzarsi il rischio di un disimpegno da parte del gruppo indiano, hanno scritto al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli chiedendo ”una convocazione urgente” per ”una verifica degli impegni assunti tra le parti con l’accordo di settembre 2018”. Secondo Fim Fiom e Uilm la soppressione dell’emendamento al decreto salva - imprese che reintroduceva la tutela legale è ”un fatto grave”. Inoltre ”non ha nessuna credibilità un'azione politica e aziendale che a un anno di distanza cambia le carte in tavola” e peggiora ”la congiuntura non favorevole all'industria italiana”.
Duro il giudizio anche del segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra, che definisce ”inconcepibile” la decisione del governo, che in questo modo ”smantella lo scudo legale indispensabile per concludere il percorso di ambientalizzazione di ArcelorMittal. In questo modo non solo si blocca la produzione del polo siderurgico - avverte Sbarra - ma si offre un pretesto formidabile alla proprietà per disinvestire e andar via dal nostro Paese. Una responsabilità pesantissima che il governo si assumerebbe in pieno”. Messo sotto pressione dai sindacati, Patuanelli si è affrettato a dichiarare che ”a breve” incontrerà l’azienda. Che, almeno per ora, si trincera dietro al silenzio. Lunedì sera le commissioni Industria e Lavoro, dopo aver affondato l’emendamento sull’esimente penale, hanno approvato un ordine del giorno di Pd e Italia Viva che impegna il governo a garantire il proseguimento dell’attività dello stabilimento di Taranto. Difficile che Lucia Morselli, il nuovo ad subentrato a Matthieu Jehl, il quale di recente aveva rilanciato il suo ammonimento a non cambiare le regole in corsa, si accontenti di rassicurazioni così blande.
( Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)