Un'altra ondata di cassa integrazione per lo stabilimento ex Ilva di Taranto. In un documento consegnato ieri da ArcelorMittal ai sindacati viene comunicata la decisione di fare ricorso all’ammortizzatore per altre 13 settimane, un periodo identico a quello che iniziato il 2 luglio dopo un tira e molla con Fim Fiom e Uilm chiusosi senza un accordo.
Adesso l’azienda fa sapere che la proroga decorrerà "dal 30 settembre prossimo e riguarderà un numero massimo di 1.395 dipendenti", dunque anche in questo caso una sorta di copia e incolla rispetto al periodo precedente. A motivare la decisione, spiega ArcelorMittal, il "permanere delle criticità di mercato e dall’insufficienza della domanda che hanno condotto alla domanda di cassa integrazione straordinaria”. Questo nonostante, aggiunge la nota, ”le iniziative industriali e le strategie di marketing poste in campo in costanza di intervento dell’ammortizzatore e funzionali all’acquisizione di ulteriori quote di mercato".
ArcelorMittal rileva inoltre che "le sospensioni dalla prestazione lavorativa relative al periodo oggetto di proroga, che saranno operate a zero ore, potranno interessare contestualmente fino ad un numero massimo di 1.395 dipendenti per giornata lavorativa, suddivisi come segue per quanto attiene alla categoria di inquadramento e settori di appartenenza: 1.395 dipendenti di cui 1.011 operai, 106 intermedi e 278 impiegati e quadri".
"Manteniamo la nostra linea e nel primo incontro utile (l’azienda ha proposto l’11 settembre) rinnoveremo ad ArcelorMittal la richiesta di abbassare i numeri della cassa integrazione". Lo afferma il segretario generale aggiunto della Fim Cisl di Taranto, Biagio Prisciano. "Lo si può fare - rileva Prisciano - tenendo conto che dagli incontri fatti con l’azienda in sede di task force congiunta, sono emerse necessità manutentive degli impianti. Questo è un intervento che possono fare benissimo una parte dei lavoratori in cassa, a cominciare dai manutentori. Facciamoli rientrare al lavoro, quindi". La questione dell’indotto-appalto (a rischio alcune centinaia di posti per il cambio di imprese nella fornitura di servizi al siderurgico) sarà invece discussa in un incontro programmato da ArcelorMittal, che ha convocato Fim, Fiom, Uilm e Usb per il 10 settembre.
Articolo integrale di Carlo D’Onofrio domani su Conquiste tabloid