Venerdì 22 novembre 2024, ore 18:44

Lavoro 

Industria, vertenza infinita 

Dopo l’annus horribilis della pandemia, nel solo settore metalmeccanico ci sono 56 mila lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, legati ai 52 tavoli di crisi nazionali aperti al Ministero dello Sviluppo Economico e ai 47 tavoli Regionali. Lo sottolinea un report della Fim Cisl sulla crisi. Spiega il segretario generale Benaglia: ”Sfuggono al Report le imprese che nel 2020 sono fallite sotto la scure della crisi o quelle non sindacalizzate. La maggiore concentrazione di situazioni di crisi è nel Mezzogiorno e nelle Isole maggiori, l’area del Paese che maggiormente necessita di politiche industriali che puntino alla modernizzazione delle infrastrutture e investimenti che aiutino le imprese a fare il salto tecnologico. Per tutte comunque - osserva ancora Benaglia - c’è bisogno di interventi urgenti di liquidità che permettano di preservare l’occupazione e agganciare la ripresa”. A queste crisi si sommano poi quelle legate ai cambiamenti e alle transizioni tecnologiche che alcuni importanti settori metalmeccanici stanno attraversando, a partire da quello dell’automotive ”su cui è sempre più impellente un tavolo di confronto per la gestione della transizione tecnologica”. Ci sono poi le crisi strettamente legate al Covid, come il settore dell’aeronautica, in sofferenza per il calo del traffico aereo, e l’elettrodomestico mai completamente ripresosi dopo la prima ristrutturazione degli anni '90 e quella dell’ultimo decennio di quel che restava dei gruppi storici italiani.
Ancora troppe le crisi storiche che giacciono al Mise senza soluzione, a partire appunto dall’ex-Ilva ma anche Blutec ex- Fiat di Termini Imerese, Piombino JSW ex- Lucchini, Whirlpool, ex-Alcoa, IIA, ex-Embraco, Jabil, Bekaert.
E appunto per chiedere al Governo di sbloccare le tante vertenze aperte, ieri manifestazione dei lavoratori metalmeccanici e delle categorie davanti al Mise. Pieno sostegno della Cisl: ”Vanno garantiti l’occupazione e il rilancio di tutte le produzioni”, sottolinea il segretario generale Sbarra.
E i segretari confederali Cgil Cisl e Uil - Miceli, Graziani e Bocchi - affermano: “Il tempo non è una variabile indipendente tanto più in questa fase nella quale, nelle intenzioni del Governo, da un lato, si avvicina sempre più minaccioso lo sblocco dei licenziamenti nelle grandi imprese industriali e, dall’altro, si andrà a decidere su quali assi sarà costruito il futuro industriale del Paese anche attraverso la destinazione delle ingenti risorse del Pnrr”. L’impegno assunto dal Ministro ad una pronta convocazione dei Tavoli di crisi, che viene legata alla piena operatività di una nuova struttura di supporto integrata con il Ministero del Lavoro, ”potrà essere giudicato positivamente solo in rapporto alla rapidità dei tempi con i quali si tradurrà in un preciso calendario di convocazioni e confronti utili a risolvere le crisi in atto. Allo stesso modo diventa fondamentale ricostruire una incisiva e concreta politica industriale nei settori strategici per il Paese a partire dall’acciaio, dall’automotive, dalla chimica-farmaceutica, dall’elettronica alle tlc”.
Giampiero Guadagni

( 26 marzo 2021 )

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