In sciopero oggi i 400 dipendenti della Gabel con iniziative in tutti i punti vendita e un presidio dalle 12 alle 16 davanti lo stabilimento dello storico gruppo tessile fondato a Rovellasca, in provincia di Como.
Sindacati e lavoratori sono preoccupati per il perseverare di una situazione finanziaria e produttiva critica in cui versa la società da molti anni.
Ad oggi infatti, non si intravedono iniziative di risanamento concrete e strutturali, nonostante i piani industriali presentati al Ministero del Lavoro e la consistente ristrutturazione avviata nel 2013. Da allora pesanti sacrifici sono stati fatti sulle spalle dei lavoratori: la chiusura di due siti produttivi importanti, quello di Mornago (Varese) noto per la produzione di coperte Somma, e lo stabilimento di Rivanazzano (Pavia); e poi la parziale dismissione di uno dei due siti di Rovellasca (Como) che ha registrato la riduzione di un centinaio di lavoratori e il massiccio ricorso alla cassa integrazione.
“Oggi alcune indiscrezioni ci dicono che si è dimesso l’amministratore delegato della società - afferma Luigi Cannarozzo, della Femca Cisl Lombardia, raggiunto al telefono durante il presidio a Rovellasca -. Noi ovviamente non facevamo la guerra all’amministratore delegato ma, se cambiare l’amministratore vuol dire cambiare strategia siamo pronti a sederci ad un tavolo. Ma - sostiene il sindacalista - un tavolo che inglobi oltre ad un vero e proprio piano strategico che punti al rilancio dell’export (oggi solo al 5% ndr) anche la trattativa sul rinnovo dell’integrativo che la società ha finora rifiutato”.
La mancanza di strategie aperte anche ai mercati esteri ha portato la società a perdere negli ultimi 5 anni la metà del fatturato passando dai 104 milioni del 2013 ai 54 del 2017. “Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso - continua Cannarozzo - è la significativa perdita di quote nel mercato italiano”.
A differenza del passato, infatti, lo scorso anno, l’Azienda ha deciso di non ricapitalizzare il patrimonio aziendale che dichiara essere solido e per far fronte alla carenza di liquidità, ha effettuato un prestito obbligazionario non convertibile per un importo pari a 3 milioni di euro, prestito erogato da persone fisiche che detengono il 100% delle azioni Gabel. “A nostro avviso - conclude il sindacalista - sembra un parziale disimpegno della proprietà che non vuole più mettere i soldi in questa società”.
Per i sindacati è prioritario avviare un confronto serio con un costante monitoraggio su tutte le questioni aperte.