Prosegue a rilento il negoziato tra sindacati e ArcelorMittal su Ilva. Le notizie giunte negli ultimi giorni dall’Europa, con il via libera ancora ufficioso ma dato ormai per scontato da parte dell’antitrust Ue al pacchetto di cessioni messo a punto da ArelorMittal, e da Taranto, dove è tornato in funzione il reparto che produce le lamiere permettendo a 350 lavoratori di tornare in fabbrica, sembrano autorizzare un maggiore ottimismo rispetto a qualche settimana fa. Specie se si aggiunge che pure il Comune di Taranto, promotore insieme alla Regione Puglia del ricorso al Tar contro il decreto che ha approvato il piano ambientale, sembra intenzionato a trovare un compromesso per uscire dal cul de sac in cui si è messo battendo la via giudiziaria.
Il problema a questo punto è l’accordo tra i sindacati ed il gruppo franco - indiano. Il nodo più spinoso resta quello dei 4mila esuberi, numero che Fim Fiom e Uilm considerano eccessivo. Al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico che è tornato a riunirsi ieri il confronto si è incentrato però sulle retribuzioni e sulla contrattazione integrativa, con posizioni che nel corso della giornata - il vertice è iniziato in mattinata con una riunione ristretta ai leader sindacati e si è allungato fino al tardo pomeriggio - sono rimaste sostanzialmente inalterate. "Noi pensiamo che bisogna confermare sia in termini di importi, sia in termini di contrattazione, la situazione preesistente" della "continuità delle posizioni lavorative per quanto riguarda la contrattazione di secondo livello”, ha spiegato in una pausa della trattativa il segretario generale Fim Marco Bentivogli durante una pausa della trattativa.
( L’articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)