La trattativa tra sindacati e Am Investco entra nell’ultimo miglio. Con il ricorso al Tar di Lecce, presentato da Regione Puglia e Comune di Taranto contro il dpcm che ha approvato il piano ambientale, ancora pendente e con l’Antitrust europeo chiamato a valutare la posizione di ArcelorMittal, capofila di Am Investco, e le ripercussioni sul mercato Ue dell’acquisizione di Ilva, i prossimi giorni saranno tutti riservati al confronto tra i sindacati ed il colosso anglo - indiano dell’acciaio, arbitro il ministero dello Sviluppo Economico guidato da Carlo Calenda. I cui battenti riaprono domani per accogliere le delegazioni delle due parti. L’obiettivo è fare presto: per non trascinare la trattativa nella mischia della campagna elettorale e per presentarsi a marzo, quando prima il Tar di Lecce (se non sarà intervenuto nel frattempo un accordo tra governo ed istituzioni locali pugliesi) e poi Bruxelles si pronunceranno, con un’intesa già chiusa. Difficilmente gli incontri dei prossimi giorni saranno decisivi, è più probabile che ad essere decisiva sia la prossima settimana. Il punto di partenza è lo stesso delineato da Mittal alle sigle dei metalmeccanici l’estate scorsa, quando è iniziata la discussione - una discussione su linee generali, va ricordato - sul piano industriale e sui suoi riflessi sull’occupazione. Vale a dire: 10mila dipendenti della vecchia Ilva subito assunti nella ”nuova”, gli altri 4mila in carico all’amministrazione straordinaria per le opere di bonifica. I sindacati puntano ovviamente a ridurre, e magari anche ad azzerare, il numero degli esuberi.
( L’articolo integrale domani su Conquiste Tabloid )